l Venerdì Santo di Romagnano Sesia ha vinto la sfida con il maltempo. Almeno per ieri, dove la giornata è iniziata presto ai piedi della Valsesia, con il risveglio del paese alle 4.30 del mattino. Poi i cerimoniali, con l'investitura del governatore di quest'anno, Alessandro Pettinaroli. E' il centesimo governatore, quarta generazione a occupare questo incarico dopo il bisnonno Pinìn, il nonno Costantino, il papà Paolo e il cugino Michele. Si tratta di una figura assolutamente tipica e originale che, in modo “piamente liberale”, presiede all’ordinamento di “sinfonici e sacerdoti” e dispone “dei legionari, delle schiere e delle turbe”.
Poi ci sono state le prime due processioni, del Cristo e della Madonna Addolorata. E nel pomeriggio centinaia di persone sono giunte in paese per assistere ai quadri della Passione, per le vie e piazze del borgo. Tra loro anche una delegazione di Europassione: a farne parte esponenti da Germania, Austria e Belgio. Hanno assistiti molto emozionati e colpiti dai quadri portati in scena. Così come anche la processione solenne serale ha colpito particolarmente. 350 tra attori e comparse, tutti volontari e al lavoro da mesi. Per portare avanti una storia che ha quasi trecento anni, giunta alla 262a edizione.
E oggi, sabato, dalle 20.30 c'è la novità di questa edizione: alcuni quadri con protagonisti i giovani nel "Venerdì Santo dei ragazzi"; a seguire la scansione tradizionale dei quadri con l'arrivo dei sommi sacerdoti da Pilato, l'angoscia nel cenacolo e la Resurrezione e domani sera la replica delle scene più suggestive a partire sempre dalle 20.30.
Pagine di storia
Gli studiosi trovano sorprendenti affinità fra il Venerdì Santo di Romagnano e quelli che si
svolgono in Andalusia. «A cominciare dal fatto - spiega Lorenzo Del Boca, regista e scrittore -che l’organizzazione della manifestazione era affidata a una Confraternita intitolata al “Santo
Enterro” a richiamare direttamente le gemelle di Granada, Cordoba o Siviglia. Le prime celebrazioni, nei decenni del 1700, consistevano in una serie di processioni - con il simulacro della Madonna Addolorata e con il letto del Cristo morto che, in modo anche anarchico, andavano girando per il paese, incontrandosi e incrociandosi più volte. Curioso che in un giorno dedicato al digiuno diventasse un’occasione per far festa. Da una decina d’anni, da quando la parrocchia è affidata a don Gianni Remogna, i fedeli di Romagnano ottengono l’esenzione. Le tradizioni hanno un loro peso. Ognuno s’impegna e pareggiare i conti con il Padreterno, digiunando in un’altra occasione, prima o dopo il Venerdì Santo. Negli anni precedenti, questo permesso formalmente non c’era ma i romagnanesi se lo prendevano ugualmente. La rappresentazione si è mantenuta fedele alle origini. La recita non avviene in un teatro o in un luogo unico ma si sposta, in processione, per l’appunto, da una piazza all’altra del paese, utilizzando luoghi naturali che si prestano alla recita. Gli esperti lo definiscono “teatro itinerante”. Gli attori principali e le comparse, il pubblico e gli spettatori si muovono insieme e si confondono dando l’impressione di rappresentare un tutt’uno. E’ la bellezza della manifestazione e- contemporaneamente - la sua debolezza. Se piove è come quando l’oratore si trova senza voce».