TRA-ME: la “destinazione turistica diffusa”

L’area di progetto comprende tutti i paesi che si trovano lungo la “Via Francisca Novarese”

16/12/2024
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TRA-ME, acronimo di “Tracce di Meraviglie lungo la Via Francisca Novarese” è il nuovo progetto che promuove le TRAME di cultura, arte, storia, gastronomia e ambiente che si intrecciano collegando tra loro tutti i paesi lungo la Via Francisca che da Disentis e dal Passo del Lucomagno raggiunge Novara e Vinzaglio, creando  percorsi di turismo condiviso a vantaggio di tutti. 

Breve presentazione del progetto 

L’area di progetto comprende tutti i paesi che si trovano lungo la “Via Francisca Novarese”, dal Passo del  Lucomagno a Novara, Blenio, Riviera, Bellinzonese, Locarnese, Centovalli, Vigezzo, Ossola, Cusio e Novarese.  Questo territorio ha costituito un’unica regione dall’epoca galloromana alla fine del Medioevo. Il progetto  prevede di censire e valorizzare tutte quelle “Tracce” che la storia comune ci ha lasciato e finora trascurate  perché singolarmente insufficienti ad attrarre pubblico, per trasformarle in una ”rete” culturale da identificare  come “destinazione turistica diffusa” atta ad attrarre turismo. La sfida comune si identifica con la sfida lanciata  da Interreg, ottenere una effettiva coesione fra i territori sul confine I-CH. Si desidera identificare la Via come  un’unica destinazione da promuovere congiuntamente, ignorando il confine e evitando di concorrere anziché  collaborare. L’obiettivo generale del progetto consiste nel riuscire a trasformare paesi oggi scarsamente toccati  dal turismo, provenienti da una economia industriale in fase di declino, in paesi turistici mettendo loro a  disposizione una rete di offerte fondata su turismo sostenibile, immersivo e inclusivo, sfruttando per l’ avvio il  potenziale turistico di prossimità per allargarsi poi al turismo nazionale I + CH ed a quello Programma Interreg  Italia-Svizzera 2021- 27. Si desidera creare una “destinazione modello” atta a contribuire, con lavoro comune, al  cambio di mentalità della popolazione, promovendo l’unitarietà del territorio sulla base della storia comune.  Output di progetto sono i prodotti in grado di promuoverla, cioè un Centro Meltimediale del Turismo Lento, totem  informativi, sito , Social, apertura del Castello del Motto, percorsi didattici, Wall of Fame, programmi di viaggio,  documentari, video e audioguide, podcast, formazione specifica di guide e stakeholders e importante  promozione della gastronomia, output che andranno a beneficio di popolazione, scuole, ambiente, operatori  turistici, amministrazioni locali, produttori, ristoratori e albergatori, ass. Pro Loco, Ass. persone fragili.  L’approccio che si intende adottare parte dal lavoro teso a scoprire e valorizzare congiuntamente tutte quelle  “tracce” del passato comune che si inanellano nei villaggi posti lungo una antica via percorsa da eserciti,  mercanti e pellegrini imparando a riconoscerne i segni (turismo di scoperta) promuoverle con uno storytelling  coinvolgente e un’ immersione nella realtà di un tempo (turismo esperienziale), visitarle con i tempi lenti di una  volta (turismo slow) con attenzione alle fragilità (turismo inclusivo) . Non un “cammino” ma una “destinazione  diffusa “, comprendente diverse mete sparse lungo una Via storica da percorrere con il mezzo pubblico (turismo  sostenibile). Si tratta di trasformare un semplice “cammino” lungo una direttrice storica, costellata in gran parte  di paesi scarsamente turistici (con poche “isole di turismo” consolidato) in una destinazione turistica unica,  aperta a tutte le tipologie di turista e proposta unitamente, da nord a sud, sotto forma di differenti “viaggi  tematici” in grado di attrarre persone interessate a temi particolari (arte, storia, gastronomia, natura, fede....) e  di fornire alle scuole dell’ intero comprensorio (I + CH) nuovi spunti di riflessione e apprendimento. La necessità di collaborazione transfrontaliera è evidente. Da un lato in quanto la Via è unica e rappresenta “la Via dei  cambiamenti”, lungo la quale il passaggio di eserciti, le conquiste e trasformazioni da ciò indotte, hanno segnato  la nostra storia comune, hanno prodotto la nostra cultura comune.  

Non può esistere la “destinazione turistica diffusa”, senza la collaborazione transfrontaliera fra i due territori  lungo cui la Via si snoda. Il cambiamento che ci si ripropone di ottenere ha le sue radici nell’originalità dell’  approccio. Due città, Bellinzona e Omegna, desiderano attrarre turismo non solo di giornata. Debbono quindi  creare i presupposti per poter disporre di un’offerta ricca ed originale in grado di invogliare soggiorni lunghi. Il  territorio comune offre loro, grazie al recupero delle “tracce” (arte, artigianato, gastronomia, leggende,  architettura, fede), la possibilità di creare una destinazione turistico-culturale ricca di contenuti talmente  correlati da permettere la “costruzione” di percorsi tematici coinvolgenti. Il cambiamento sta nell’apertura al  vicino, nella “visione” di una rete di collaborazioni in cui una “destinazione culturale diffusa” contribuisce al  rilancio turistico e al cambio di mentalità di due città e dei paesi che si trovano lungo la Via che le unisce, un  tempo priva di confine e che per il futuro sceglie di ignorarlo. Il cambiamento sta anche nella revisione delle  abitudini di spostamento del turista. L’uso del mezzo pubblico implica una adattabilità che costringe il turista  ad adeguarsi all’offerta del territorio anziché costringere il territorio ad adeguarsi al turista. Significa vera  “immersione” nella realtà locale. 

 


 
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