TRA-ME, acronimo di “Tracce di Meraviglie lungo la Via Francisca Novarese” è il nuovo progetto che promuove le TRAME di cultura, arte, storia, gastronomia e ambiente che si intrecciano collegando tra loro tutti i paesi lungo la Via Francisca che da Disentis e dal Passo del Lucomagno raggiunge Novara e Vinzaglio, creando percorsi di turismo condiviso a vantaggio di tutti.
Breve presentazione del progetto
L’area di progetto comprende tutti i paesi che si trovano lungo la “Via Francisca Novarese”, dal Passo del Lucomagno a Novara, Blenio, Riviera, Bellinzonese, Locarnese, Centovalli, Vigezzo, Ossola, Cusio e Novarese. Questo territorio ha costituito un’unica regione dall’epoca galloromana alla fine del Medioevo. Il progetto prevede di censire e valorizzare tutte quelle “Tracce” che la storia comune ci ha lasciato e finora trascurate perché singolarmente insufficienti ad attrarre pubblico, per trasformarle in una ”rete” culturale da identificare come “destinazione turistica diffusa” atta ad attrarre turismo. La sfida comune si identifica con la sfida lanciata da Interreg, ottenere una effettiva coesione fra i territori sul confine I-CH. Si desidera identificare la Via come un’unica destinazione da promuovere congiuntamente, ignorando il confine e evitando di concorrere anziché collaborare. L’obiettivo generale del progetto consiste nel riuscire a trasformare paesi oggi scarsamente toccati dal turismo, provenienti da una economia industriale in fase di declino, in paesi turistici mettendo loro a disposizione una rete di offerte fondata su turismo sostenibile, immersivo e inclusivo, sfruttando per l’ avvio il potenziale turistico di prossimità per allargarsi poi al turismo nazionale I + CH ed a quello Programma Interreg Italia-Svizzera 2021- 27. Si desidera creare una “destinazione modello” atta a contribuire, con lavoro comune, al cambio di mentalità della popolazione, promovendo l’unitarietà del territorio sulla base della storia comune. Output di progetto sono i prodotti in grado di promuoverla, cioè un Centro Meltimediale del Turismo Lento, totem informativi, sito , Social, apertura del Castello del Motto, percorsi didattici, Wall of Fame, programmi di viaggio, documentari, video e audioguide, podcast, formazione specifica di guide e stakeholders e importante promozione della gastronomia, output che andranno a beneficio di popolazione, scuole, ambiente, operatori turistici, amministrazioni locali, produttori, ristoratori e albergatori, ass. Pro Loco, Ass. persone fragili. L’approccio che si intende adottare parte dal lavoro teso a scoprire e valorizzare congiuntamente tutte quelle “tracce” del passato comune che si inanellano nei villaggi posti lungo una antica via percorsa da eserciti, mercanti e pellegrini imparando a riconoscerne i segni (turismo di scoperta) promuoverle con uno storytelling coinvolgente e un’ immersione nella realtà di un tempo (turismo esperienziale), visitarle con i tempi lenti di una volta (turismo slow) con attenzione alle fragilità (turismo inclusivo) . Non un “cammino” ma una “destinazione diffusa “, comprendente diverse mete sparse lungo una Via storica da percorrere con il mezzo pubblico (turismo sostenibile). Si tratta di trasformare un semplice “cammino” lungo una direttrice storica, costellata in gran parte di paesi scarsamente turistici (con poche “isole di turismo” consolidato) in una destinazione turistica unica, aperta a tutte le tipologie di turista e proposta unitamente, da nord a sud, sotto forma di differenti “viaggi tematici” in grado di attrarre persone interessate a temi particolari (arte, storia, gastronomia, natura, fede....) e di fornire alle scuole dell’ intero comprensorio (I + CH) nuovi spunti di riflessione e apprendimento. La necessità di collaborazione transfrontaliera è evidente. Da un lato in quanto la Via è unica e rappresenta “la Via dei cambiamenti”, lungo la quale il passaggio di eserciti, le conquiste e trasformazioni da ciò indotte, hanno segnato la nostra storia comune, hanno prodotto la nostra cultura comune.
Non può esistere la “destinazione turistica diffusa”, senza la collaborazione transfrontaliera fra i due territori lungo cui la Via si snoda. Il cambiamento che ci si ripropone di ottenere ha le sue radici nell’originalità dell’ approccio. Due città, Bellinzona e Omegna, desiderano attrarre turismo non solo di giornata. Debbono quindi creare i presupposti per poter disporre di un’offerta ricca ed originale in grado di invogliare soggiorni lunghi. Il territorio comune offre loro, grazie al recupero delle “tracce” (arte, artigianato, gastronomia, leggende, architettura, fede), la possibilità di creare una destinazione turistico-culturale ricca di contenuti talmente correlati da permettere la “costruzione” di percorsi tematici coinvolgenti. Il cambiamento sta nell’apertura al vicino, nella “visione” di una rete di collaborazioni in cui una “destinazione culturale diffusa” contribuisce al rilancio turistico e al cambio di mentalità di due città e dei paesi che si trovano lungo la Via che le unisce, un tempo priva di confine e che per il futuro sceglie di ignorarlo. Il cambiamento sta anche nella revisione delle abitudini di spostamento del turista. L’uso del mezzo pubblico implica una adattabilità che costringe il turista ad adeguarsi all’offerta del territorio anziché costringere il territorio ad adeguarsi al turista. Significa vera “immersione” nella realtà locale.