Nel campo largo c'è solo sinistra estrema, cacciata Italia Viva

In Liguria prevale la linea oltranzista di M5S e Lista Sansa. Orlando perde i pezzi a poche ore dalla chiusura delle liste

Diego Pistacchi 28/09/2024
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Andrea Orlando e Matteo Renzi separati
Il campo largo è definitivamente imploso a poche ore dalla presentazione delle liste. Dopo settimane passate da indesiderata per tutti gli alleati, Italia Viva abbandona Andrea Orlando e compagni. La coalizione è definitivamente sbilanciata a sinistra, con il M5S e Ferruccio Sansa che dettano l’agenda, il programma e gli accordi. 
La notizia arriva nel pomeriggio, dopo una notte e una mattina di fibrillazioni sulla rotta Roma-Genova. Giuseppe Conte e Elly Schlein tornano a sentirsi solo per litigare sulla Liguria e il problema è la presenza dei renziani nel campo largo. Per intero o a brandelli, mascherata o meno, Italia Viva i pentastellati non ce la volevano proprio. Certi amori fanno dei giri immensi e poi non ritornano. Così, dopo l’ultima vangata nei denti ricevuta, Raffaella Paita, deputato ligure e coordinatrice nazionale dei renziani è costretta ad annunciare che con Orlando è proprio finita:«Italia Viva non parteciperà alle elezioni regionali liguri, lasciando ai propri elettori e militanti la piena libertà di voto avendo a cuore sempre e solo il futuro della Liguria».
Subito si è aperto il dilemma, destinato a risolversi con certezza solo oggi quando saranno ufficializzate le liste. Tra i Riformisti, quelli che già hanno nascosto i simboli e persino il nome di Orlando, resteranno Arianna Viscogliosi e Giovanni Stagnaro, che avrebbero dovuto rappresentare il partito? In caso di risposta affermativa sarebbe l’ennesimo trucchetto per nascondere sotto il tappeto la polvere dei 5 stelle con un semplice comunicato che ha l’effetto di prendere in giro gli elettori e la truppa, che già in Liguria sente le sirene di Nicola Morra, pronto a interpretare le istanze di chi vorerebbe tornare alle origini e a Beppe Grillo.
Il dato politico resta comunque fortissimo. Letto così, il comunicato ha infatti molto più effetto di quel che realmente produce nei fatti. Intanto perché Italia Viva a Orlando non avrebbe già portato granché. Dopo i diktat di vari alleati, la maggior parte degli esponenti liguri avevano lasciato il partito per restare fedeli a Bucci della cui maggioranza in Comune fanno parte e allo stesso Renzi-uno, quello che tesseva le lodi del sindaco di Genova fino a un attimo prima di diventare Renzi-due per cercare l’accordo a sinistra. Poi perché senza il simbolo, anche gli elettori non avrebbero trovato un punto di riferimento sulla scheda. Infine perché quei pochi rimasti, chiaramente ormai solo gli addetti ai lavori o i super appassionati di dichiarazioni politiche, a quel punto erano stanchi di vedersi insultare dagli alleati più frequentemente delle volte che dovevano prendere la pillola per la pressione, almeno tre volte al giorno dopo i pasti.
I renziani che lasciano la sinistra è una botta fortissima soprattutto per l’immagine di chi, come Orlando, continua a ripetere di voler fare un programma «limato», che scaturisca da tutte le anime della coalizione, e soprattutto che metta al centro questioni moderate e scelte prioritarie come le infrastrutture. Cioè quegli stessi argomenti che non tollerano dal M5s a sinistra e che ora sembrano più che mai in mano agli estremisti della compagnia. 
Lella Paita, dopo aver impersonificato tutte insieme le tre proverbiali scimmiette di fronte agli insulti degli «alleati», alla fine ha riscoperto il concetto di dignità: «Siamo disponibili a fare gli accordi con il centrosinistra ma non a tutti i costi. E questo deve essere chiaro per l’oggi e per il domani. Noi siamo favorevoli alla costruzione di una coalizione di centrosinistra anche facendo un generoso sforzo di mediazione ma per noi - a differenza di altri, come abbiamo visto anche in queste ore a livello nazionale - prima delle poltrone viene la dignità. Possiamo rinunciare alle poltrone ma non rinunceremo mai alla dignità. E alla libertà. Visti i tempi stretti non ci sono più i tempi per costruire una lista alternativa». Ecco il problema che torna: il tempo ormai scaduto per fare altre liste. O anche per cambiare i nomi in quella che era già pronta e apparentata alla coalizione di Orlando?
Alessandro Piana, presidente facente funzione della Regione, candidato per la Lega, la legge al contrario. Come se fosse stata Italia Viva a sbattere la porta e non ad essere stata cacciata: «Un plauso a chi non si vuole piegare ai diktat di Conte, Fratoianni e Sansa». Non si stupisce Jessica Nicolini, candidata di Vince Liguria: «La cosa strana sarebbe stata vedere Italia Viva sullo stesso palco dei giustizialisti, di chi raccoglie le firme contro il Jobs Act. Piuttosto ci chiediamo come possa ancora restare al fianco di quei giustizialisti Calenda. Non a caso i suoi lo hanno già abbandonato», è il suo affondo. Da Orgoglio Liguria, la lista a sostegno di Bucci che accoglie proprio molti dei delusi da Azione e Italia Viva, arriva la stoccata del candidato Federico Giacobbe: «Sembra quasi che Orlando avesse previsto tutto già il giorno dell’inaugurazione del point, spostand tutti gli attivisti del campo largo a... Campetto»
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