Liguria, 68 milioni contro le fughe sanitarie

Stanziamento della Regione per potenziare l’offerta soprattutto di ricovero e chirurgica

17/10/2025
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Sono 68 i milioni di euro stanziati dalla Regione Liguria per aumentare l’offerta di prestazioni sanitarie: è quanto previsto dalla delibera di Giunta, volta a contrastare il fenomeno che porta molti cittadini liguri a spostarsi in altre regioni per ricevere cure e prestazioni sanitarie, con un disagio per i pazienti e per le loro famiglie e un conseguente aggravio economico per il Servizio sanitario regionale.
In alcuni casi, la mobilità sanitaria è riconducibile a cause o situazioni derivanti da esigenze specifiche del cittadino (ad esempio motivi di studio, lavoro o prossimità del luogo di cura) in altri, il fenomeno può essere ridotto attraverso interventi di sistema e un miglioramento dell’offerta regionale. Il Piano approvato, infatti, ha un duplice obiettivo: aumentare l’offerta di prestazioni in Liguria e migliorare l’attrattività delle strutture sanitarie regionali, così da garantire cure di qualità senza costringere i cittadini a rivolgersi altrove. Tra le azioni messe in campo sono previste: investimenti dedicati: oltre 24 milioni di euro nel 2025, che saliranno a più di 44 milioni annui dal 2026;  incremento dell’attività chirurgica, in particolare in ortopedia, cardiologia e cardiochirurgia sia nelle strutture pubbliche sia nelle strutture private accreditate che, ad oggi, erogano solamente circa il 6,7% delle prestazioni ospedaliere rispetto alla produzione complessiva;  coinvolgimento di tutte le aziende ospedaliere e delle Asl, che devono traguardare obiettivi di produzione aggiuntiva per soddisfare maggiormente il fabbisogno di cura dei cittadini liguri; monitoraggio costante dell’andamento del Piano attraverso verifiche periodiche sui volumi di attività erogati, per garantire trasparenza e capacità di intervento tempestivo in caso di criticità.
«Con questo provvedimento la Regione Liguria punta a ridurre le liste d’attesa e a garantire cure di qualità sempre più accessibili ai cittadini - sottolinea l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò –. Ridurre la mobilità passiva significa permettere ai pazienti di curarsi vicino a casa, senza spostamenti gravosi e, al tempo stesso, valorizzare le professionalità e le strutture liguri, rafforzando la fiducia nel nostro Sistema sanitario. Il Piano rappresenta uno sforzo economico e organizzativo importante che prevede il potenziamento dell’attività nelle strutture pubbliche, insieme a una riorganizzazione delle liste d’attesa e a una presa in carico più proattiva dei pazienti. Inoltre, il coinvolgimento delle strutture private accreditate non comporta un esborso per i cittadini in quanto, le stesse, lavorano in nome e per conto del nostro Sistema sanitario e possono offrire anche prestazioni ad alta complessità». «Questo provvedimento nasce da un’analisi puntuale della mobilità sanitaria interregionale - spiega Paolo Bordon, direttore generale di Area Salute e Servizi Sociali - dalla quale emerge, tra l’altro, che la Liguria ha un indice di vecchiaia tra i più alti in Italia: un dato che si traduce in una domanda molto elevata di prestazioni sanitarie, destinata a crescere con l’invecchiamento costante della popolazione. A questo si aggiunge un tasso di occupazione molto alto nei reparti di ortopedia, che nelle strutture pubbliche liguri raggiunge in media l’85% e la carenza del numero di anestesisti dedicati all’attività operatoria, diminuiti del 15% negli ultimi cinque anni. Un ulteriore elemento che è emerso è rappresentato dal fatto che il privato accreditato in Liguria eroga solo il 6,7% delle prestazioni ospedaliere, una quota molto inferiore rispetto ad altre regioni che riescono così a trattenere più pazienti sul proprio territorio. Anche per questo, il Piano prevede, tra le azioni, la proroga degli accordi bilaterali già esistenti con Emilia-Romagna e Toscana e la stipula di nuove intese con Lombardia e Piemonte, così da rafforzare la cooperazione con le regioni confinanti e ridurre il ricorso a mobilità sanitaria non programmata». Regione Liguria ha un saldo di mobilità negativo che ammonta a circa 79 milioni: la mobilità passiva ospedaliera è pari a 158 milioni, dove le voci principali aree di fuga sono rappresentate da ortopedia (44%), cardiologia (12,8%) e malattie del sistema nervoso (8 %). La mobilità attiva, che si riferisce ai cittadini che si recano nella nostra regione per ricevere prestazioni sanitarie, è invece pari a 78,5 milioni e registra tre aree a maggiore attrattività: quella ortopedica (18%), cardiologica (14,9%) e neurologia (13,1%). 
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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