«Il mio lavoro per le giovani pazienti con tumore al seno»

Grazie ai fondi Airc, il dottor Matteo Lambertini conduce studi sulle ricadute delle terapie a bersaglio molecolare

Monica Bottino 08/11/2025
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Il dottor Matteo Lambertini, ricercatore dell’Irccs San Martino
Torna i «Giorni della Ricerca», uno degli appuntamenti più attesi del 60° anno di Fondazione Airc. Fino al 16 novembre l’associazione italiana per la ricerca sul cancro accende i riflettori sull’universo cancro con un ricco programma di iniziative per informare il pubblico sui progressi della ricerca oncologica e raccogliere nuove risorse da destinare al lavoro di 5.400 ricercatrici e ricercatori.Oggi anche nella piazze della Liguria, migliaia di volontari distribuiscono I Cioccolatini della Ricerca, disponibili fino a esaurimento delle scorte anche nelle filiali Banco Bpm, partner istituzionale, e online su Amazon.it. Airc è il principale finanziatore non profit della ricerca oncologica nel nostro Paese, eroga complessivamente circa il 70% dei fondi totali destinati alla ricerca competitiva. Investimenti che contribuiscono a produrre risultati tangibili. Oggi le probabilità di guarigione sono notevolmente aumentate: il 50% circa delle persone che ricevono una diagnosi può guarire, recuperando la stessa aspettativa di vita di chi, a parità di età e condizioni, non si è mai ammalato. Tuttavia, l’incidenza di molti tipi di tumore è ancora elevata: lo scorso anno soltanto nel nostro Paese ci sono state oltre 390.000 nuove diagnosi, più di mille al giorno. Per questo è necessario continuare a investire per garantire continuità e adeguati finanziamenti al lavoro di medici e ricercatori impegnati a sviluppare metodi per diagnosi sempre più precoci e trattamenti più efficaci. A Genova, tra gli altri, c’è il dottor Matteo Lambertini che al Policlinico San Martino sta studiando la tossicità ovarica delle terapie a bersaglio molecolare nelle giovani pazienti con carcinoma mammario e l’impatto delle mutazioni germinali ai geni Brca. Si tratta di uno studio particolarmente importante che riguarda pazienti con meno di 40 anni, colpite da tumore alla mammella legato a mutazioni genetiche. «Per queste giovani donne - dice il ricercatore - abbiamo oggi a disposizione nuovi farmaci efficaci, che solo fino a qualche tempo fa sarebbero stati impensabili. Il rovescio della medaglia è che non sappiamo ancora che tipo di influenza possano avere sulle ovaie e quindi sull’eventuale maternità di queste giovani donne, per le quali, anche nella malattia, il desiderio di diventare mamme un giorno resta fortissimo». Infatti, tra le possibili conseguenze negative delle terapie oncologiche, la tossicità ovarica indotta dai trattamenti con sviluppo di insufficienza ovarica precoce (POI) e conseguente infertilità rappresenta una delle principali fonti di angoscia per le giovani pazienti. Le società scientifiche raccomandano di discutere il rischio al momento della diagnosi con tutte le giovani donne in modo che alle pazienti possano essere offerte le strategie disponibili per la preservazione della funzione ovarica e della fertilità. Considerando sia la sempre maggior disponibilità di terapie a bersaglio molecolare sia l’attuale raccomandazione di testare per Brca tutte le giovani donne con nuova diagnosi di carcinoma mammario, valutare la tossicità gonadica di questi trattamenti e il potenziale impatto aggiuntivo delle mutazioni germinali a questi geni è di fondamentale importanza e lo diventerà sempre di più nei prossimi anni. Il dottor Lambertini è un oncologo medico presso I’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova e ricercatore universitario presso l’Università degli Studi di Genova. «Durante e dopo la specialità in oncologia medica ho avuto l’opportunità di lavorare e collaborare con molti esperti nazionali e internazionali, in particolare, le mie esperienze lavorative a Boston presso il Dana-Farber Cancer Institute - Harvard Medical School e a Bruxelles presso l’Institut Jules Bordet - Université Libre de Bruxelles (U.L.B., dove ho anche effettuato il dottorato di ricerca) hanno avuto un ruolo chiave nel migliorare le mie capacità professionali nel campo del carcinoma mammario nelle giovani donne. Rientrato nella mia città, ho ora la possibilità, anche grazie al supporto Airc, di proseguire nella mia attività di ricerca in questo campo e poter offrire alle mie pazienti la massima attenzione possibile non solo alle cure stesse ma anche alla loro qualità di vita. Sono felicemente sposato con Giulia Viglietti, che con coraggio mi ha seguito nelle varie esperienze lavorative estere dove anche lei ha avuto modo di lavorare nella ricerca in oncologia come biologa. Nel 2019, è nata la nostra prima figlia Agnese che rende la nostra vita veramente speciale».
«Quando ero quasi al termine del mio percorso di studi presso la facoltà di medicina dell’Università di Genova, purtroppo ho dovuto affrontare nella mia famiglia la terribile esperienza del cancro metastatico che ha portato via mia mamma in pochi mesi. Da allora, la mia vita personale e il mio percorso professionale sono stati completamente stravolti. Non avevo e non ho alcun dubbio che il mio lavoro debba essere fare l’oncologo medico e il ricercatore, con l’obiettivo di vedere al termine della mia carriera sempre meno persone che soffrono per questa terribile malattia», racconta il dottor Lambertini. «Airc ha sostenuto la ricerca del mio mentore speciale, la professoressa Lucia Del Mastro, sin dagli inizi della sua carriera. Molti degli studi che ho avuto l’opportunità di portare avanti durante la mia specialità in oncologia medica insieme a Lucia sono stati sostenuti da Airc. Il mio attuale progetto rappresenta un ulteriore passo avanti sulla stessa linea di ricerca, migliorare la qualità di vita delle nostre pazienti. Questa ricerca è fondamentale per le pazienti ma non sempre le viene data l’attenzione (e i finanziamenti) che merita. Ed è grazie ad Airc che anche questi aspetti dell’oncologia riprendono lo spazio che meritano».
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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