Due anni di snervante attesa poi l’esplosione di gioia. La Corte d’appello di Genova, in totale riforma della sentenza del tribunale di Savona, ha assolto con formula piena Massimo Parodi, direttore della Sca dal reato di peculato a lui ascritto. Era il 2023 quando Parodi, direttore della società che gestisce l’acquedotto e la fognatura in diversi Comuni del Ponente, era stato condannato a un anno, nove mesi e dieci giorni di reclusioone Secondo l’accusa, Parodi si sarebbe reso protagonista di un «ripetuto indebito utilizzo, per fini non leciti, di un’autovettura di servizio tecnico/operativo» pur avendo diritto ad un’auto come da contratto di lavoro. Gli avvocati di Massimo Parodi che hanno seguito passo passo la vicenda, Franco Vazio e Giovanni Maglione, avevano richiesto l’assoluzione in quanto «il fatto non sussiste e non costituisce reato» anche sulla base di elementi oggettivi che dimostravano l’assoluta correttezza del direttore ai vertici della Sca. Tuttavia, a fine 2023, i giudici del tribunale di Savona, in primo grado, avevano deciso diversamente emettendo una sentenza di condanna. Un provvedimento che i legali del direttore avevano impugnato. Ora la nuova sentenza, che riforma totalmente la decisione dei giudici savonesi che si conoscerà nei dettagli tra un mese. Dopo la lettura del dispositivo Massimo Parodi, con la voce rotta dall’emozione, affiancato dai suoi legali in questa odissea giudiziaria, ha commentato: «Per me e la mia famiglia è finito un incubo. Ringrazio chi mi è stato vicino in questo durissimo periodo e ringrazio soprattutto gli avvocati Franco Vazio e Giovanni Maglione per lo straordinario lavoro svolto e per aver creduto fin dal primo momento nella mia innocenza». Numerosi gli attestati di stima arrivati poco dopo la lettura della sentenza a Massimo Parodi. «Mai avuto alcun dubbio sulla professionalità del direttore - afferma il sindaco di Alassio Marco Melgrati - Ancora una volta la Corte d’Appello ha dimostrato il suo ruolo e la massima attenzione su una vicenda che non stava in piedi».