Un detenuto del carcere di Pontedecimo ha aggredito quattro agenti

Si era reso responsabile di atti violenti ed eventi critici durante la detenzione

05/08/2025
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Un detenuto italiano del carcere di Pontedecimo, che già si era reso responsabile di atti violenti ed eventi critici durante la detenzione, venerdì scorso è andato in escandescenza, ha prima inveito contro il personale di Polizia Penitenziaria e poi si è scagliato contro gli Agenti, quattro dei quali sono rimasti contusi”. La notizia arriva da Vincenzo Tristaino, segretario per la regione Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “La situazione si è fatta subito molto tesa, ma solo grazie al tempestivo ed eroico intervento del personale di Polizia Penitenziaria si è riusciti a ricomporre, seppur a fatica, la normalità.” “Il detenuto violento è stato subito trasferito in altrav sede”, conclude Tristaino, “ma la vicenda ripropone nuovamente le difficoltà in cui versa il sistema penitenziario italiano. Un’aggressione ad un servitore dello Stato è un’offesa alla Nazione, un gesto vile e da censurare in quanto commesso in stato di detenzione all'interno di un carcere mentre si è soggetto ad un’opera di risocializzazione. Uno scempio unico e senza appelli!”. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commenta: “Abbiamo apprezzato molto, ed apprezziamo, quel che il Governo ha fatto per la Corpo di Polizia Penitenziaria, sia in termini di assunzioni che di modifiche normative a favore dell’operatività dei Baschi Azzurri. Ma i responsabili degli atti di violenza in carcere devono essere assolutamente puniti. Se sono detenuti stranieri, devono essere subito espulsi dall’Italia: se invece sono connazionali, devono finire di scontare la pena in un’isola, magari riaprendo Pianosa e l’Asinara. E se invece si trattasse di detenuti con problemi psichiatrici, ebbene si riaprano gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari! Chiunque aggredisce un appartenente alle Forze di Polizia nell’esercizio delle sue funzioni istituzioni, aggredisce non solo la persona fisica ma attacca lo Stato. Lo stesso chi devasta le carceri. E la risposta deve essere ferma e tale da impedire gravi fenomeni di emulazione”. Il segretario generale del SAPPE richiama, infine, il discorso qualche settimana fa dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e le sue indicazioni per superare l’emergenza penitenziaria: “è particolarmente importante che il sistema carcerario disponga delle risorse necessarie, umane e finanziarie, per assicurare a ogni detenuto un trattamento e un regime di custodia che si fondino su regole basate su valutazioni attuali per ciascuno, con obiettivo rivolto al futuro. E tutto questo, come ha ricordato il Presidente della Repubblica, questo deve essere fatto per rispetto dei valori della nostra Costituzione; per rispetto del nostro lavoro; per rispetto della storia del Corpo di Polizia penitenziaria; per rispetto dei suoi Caduti: vittime del terrorismo, della criminalità. E che ricordiamo con commozione”.
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