Rush finale per le elezioni comunali

Ultima settimana di campagna elettorale, con i big arrivati e in arrivo e l’incognita sondaggi

21/05/2025
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Piciocchi
Ultima settima di campagna elettorale a Genova. Ultimi giorni in cui tutto può davvero succedere, con i sondaggisti (la legge vieta di pubblicare le rilevazioni negli ultimi 15 giorni precedenti il voto) che si dividono sull’esito finale, ma che concordano sull’incredibile indecisione che si è venuta a creare nell’ultimo mese, dopo che quella di Silvia Salis e del centrosinistra sembrava una vittoria annunciata e scontata.
Certamente in queste settimane le scelte strategiche, le prese di posizione e le dichiarazioni dei due principali candidati (la Salis appunto per il centrosinistra e Pietro Piciocchi per il centrodestra) hanno cambiato quella che inizialmente era una propensione al voto molto estemporanea, istintiva, «estetica» nel senso di legata a un primissimo impatto dei candidati. La novità del nome di Silvia Salis, certamente anche la sua freschezza e bellezza fisica, avevano avuto forte peso nel vantaggio di oltre 7 punti attribuitole. Poi però è arrivato il tempo dei programmi, delle interviste, dei dibattiti. Chi ha seguito anche distrattamente la campagna elettorale, ha notato che Silvia Salis è stata sempre più «preservata» dal suo staff, che l’ha tenuta più possibile lontana da incontri non blindati, dalle domande scomode, che quando sono arrivate hanno scatenato reazioni nervose, mancate risposte, figure non sempre all’altezza. Tutto fino al rifiuto di un confronto giornalistico con Piciocchi organizzato dalla testata Genova24, al quale aveva dato l’assenso, salvo poi rinunciare a poche ore dall’appuntamento.
Dal punto di vista comunicativo, la candidata si è spesso rifugiata nel vittimismo, lanciando accuse di sessismo e di volgarità ogni volta che le venivano contestate situazioni che la vedevano protagonista. Emblematico il caso dell’incidente da lei causato, dell’investimento di una donna che attraversava sulle strisce con il semaforo verde. Notizia pubblicata dalla Verità, che ha tuttavia pensato - erroneamente, certo - che Silvia Salis avesse semaforo rosso. Un dettaglio su cui si è attaccata la candidata, pensando di smentire totalmente il fatto, che invece resta nella sua gravità e nella piena responsabilità della conducente che, a detta della vittima, non ha neppure mai cercato un contatto per scusarsi. Non certo temi politici, ma che fanno opinione. Visto che anche le questioni programmatiche, per Piciocchi e il centrodestra, sono state terreno assai più agevole.
Proprio le enormi difficoltà del centrosinistra a mantenere posizioni unitarie spiegano anche l’inconsueta «chiusura» di campagna elettorale. Silvia Salis non può mettere insieme, uno accanto all’altro, Bonelli e Renzi, Fratoianni e Calenda, Schlein e Conte, che non hanno una sola idea in comune e lo hanno dimostrato anche in questi ultimi giorni. I due leader di Avs hanno balbettato nel fine settimana quando si è trattato di commentare il «favore» espresso dalla Salis per l’Agenzia per il nucleare a Genova. Sono arrivati tanti «sì, ma» imbarazzanti: sì, se è ricerca (come se fosse giusto spendere soldi in ricerca inutile perché non si vogliono poi gli impianti), sì alla fusione ma non alla fissione (come se l’ideologia della sinistra e del M5S ne avesse sempre fatto una questione da fisici nucleari). Gronda sì, ma anche no. Galliera sì, purché non si faccia. Gli esempi si sprecano. Così Silvia Salis chiuderà la sua campagna elettorale venerdì 23 maggio in piazza Matteotti, ma accompagnata da un dj, senza nessun leader accanto a sé. Elly Schlein sarà il giorno prima a Prà, Calenda e Renzi non pervenuti, Fratoianni e Bonelli hanno già dato. Un problema di compattezza e unità che non ha invece il centrodestra, che con Pietro Piciocchi ha dato appuntamento a tutti per giovedì 22 al piazzale delle Feste (pista di pattinaggio) al Porto Antico. Ci saranno tutti i big, dal vicepremier Salvini per la Lega al coordinatore di Fratelli d’Italia, Donzelli, dai presidenti di Regione Piemonte Alberto Cirio (Forza Italia) al quello della Liguria Marco Bucci, fino al previsto intervento di Giorgia Meloni.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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