La grande fuga di medici e infermieri dal servizio sanitario italiano non è di oggi, ma oggi ha raggiunto la punta più preoccupante. Lo dicono i dati resi noti dalla Fondazione Gimbe, organizzazione autonoma e senza fini di lucro che si occupa di monitorare i servizi alla salute. In particolare, la situazione di Liguria e Piemonte, però, non è così drammatica. In Liguria, nel 2022, erano  presenti 15,8 unità di personale dipendente del Ssn ogni 1.000 abitanti (media Italia 11,6), dei quali 7 infermieri, con una media italiana di 5. Con questi numeri la Liguria si pone al 5° posto e segue le regioni autonome e più piccole. Tuttavia nella regione la spesa pro-capite per il personale dipendente nel 2023 è stata di  798 euro (media Italia 672) e sempre per l’anno 2022, la spesa per unità di personale dipendente del Ssn della regione è stata più bassa della media nazionale, ovvero 50.625 euro (media Italia 57.140). 
Per quanto riguarda il Piemonte, per l’anno 2022, nella regione erano presenti 13 unità di personale dipendente del Ssn ogni 1.000 abitanti (media Italia 11,6); la spesa pro-capite per il personale dipendente nel 2023 è stata di 733 euro quindi più alta della media italiana pari a 672, mentre la spesa per unità di personale dipendente del Ssn della regione è stata di 55.870 euro. A preoccupare il grande ricorso ai «gettonisti», ovvero personale a chiamata ma non strutturato nell’ospedale o nell’ambulatorio pubblico. Qui il Piemonte ha fatto la parte del leone, con un più 165% tra il 2019 e il 2023, che lo pone - con una spesa di 34 milioni di euro - al terzo posto in Italia (dopo Lombardia e Abruzzo) in quanto a chiamata del personale medico in particolare. La Liguria si pone invece quintultima con una spesa di 954mila euro, ma solo per la chiamata a gettone di infermieri. «Il Servizio Sanitario Nazionale - ha dichiarato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - sta affrontando una crisi del personale sanitario senza precedenti, causata da errori di programmazione, dal definanziamento e dalle recenti dinamiche che hanno alimentato demotivazione e disaffezione dei professionisti verso il Ssn. Senza un adeguato rilancio delle politiche per il personale sanitario, l’offerta dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali sarà sempre più inadeguata rispetto ai bisogni di salute delle persone, rendendo impossibile garantire il diritto alla tutela della salute».