Una pagina nerissima si aggiunge alla storia della Sampdoria: per la prima volta, dopo 79 anni, i blucerchiati retrocedono in Serie C. La matematica condanna è arrivata al termine di una stagione disastrosa, culminata con un deludente 0-0 contro la Juve Stabia nell'ultima giornata di campionato. Al "Menti" di Castellamare, la Sampdoria, allenata da Evani e Lombardo, avrebbe avuto bisogno di una vittoria per aggrapparsi almeno alla speranza dei play-out. Invece, la squadra ha offerto un'altra prestazione opaca, priva di mordente contro un avversario che non aveva particolari motivazioni di classifica. L'emblema di questa disfatta è il clamoroso errore di Niang nel finale, con un tiro debole parato dal portiere avversario. Un'occasione sprecata che ha sancito un fallimento tecnico senza precedenti per il club genovese. La retrocessione porta inevitabilmente il peso delle responsabilità sulla dirigenza, con il presidente Manfredi e l'ex direttore sportivo Accardi nel mirino della critica. Ma anche il gruppo squadra non è esente da colpe, mostrando limiti tecnici, mancanza di grinta e personalità durante tutto l'arco del campionato. Scelte sbagliate, errori di gestione e una rosa inadeguata hanno condotto la Sampdoria in un baratro inaspettato. Un tonfo che segna una svolta storica, ma in negativo, per una società con un passato glorioso nel calcio italiano. Ora, per i tifosi blucerchiati, si apre un futuro incerto, fatto di ricostruzione e di un campionato inedito. La speranza è che questa caduta possa rappresentare un punto di ripartenza per riportare la Sampdoria ai livelli che la sua storia merita. Un compito arduo, ma necessario per cancellare questa macchia indelebile.