L’ex magistero non è più nelle mani del centro sociale ma torna a disposizione della società, torna a un uso davvero pubblico e sociale. Il blitz è scattato in mattinata, quando polizia e carabinieri hanno bloccato l’accesso allo stabile di corso Montegrappa occupato abusivamente dal 2014 dal cosiddetto Laboratorio Buridda. In largo Giardino e più in basso all’altezza di via Asiago, il traffico è stato interrotto per evitare ostacoli e incursioni.
All’edificio sono stati apposti i sigilli e nessuno potrà più rientrare se non, su espressa autorizzazione della magistratura e solo per recuperare eventualmente alcuni oggetti che gli occupanti hanno lasciato all’interno.
L’Università, proprietaria dello stabile, chiedeva da tempo che le venisse riconosciuto il diritto a rientrare in possesso del bene. Il progetto preparato per l’ex Magistero prevede la trasformazione in uno studentato, quindi un uso davvero a beneficio della collettività, secondo il merito e la necessità di studenti fuori sede. Non lo sfruttamento ad uso di pochi, secondo chi ha preso possesso di uno stabile senza permesso e in barba a tutte le regole.
In corso Montegrappa di era stabilito il collettivo che nel 2014 era stato allontanato da un altro stabile pubblico, in via Bertani. Lo sghombero era stato in realtà uno spostamento «concordato», con le forze dell’ordine che avevano addirittura scortato gli attivisti lugno il percorso verso il nuovo stabile, «preso» con una finta intrusione. Ora però l’Università ha fretta di realizzare lo studentato, che viene pagato con i soldi del Pnrr e deve quindi essere completato entro il 2026.
In questi 10 anni la palazzina, teoricamente tutelata dalla Soprintendenza, ha subito vandalizzazioni di ogni tipo ed è stata usata per organizzare eventi a pagamento senza troppe regole. Ieri, terminate le operazione di sgombero e di sigillo dei locali, gli attivisti del Buridda hanno iniziato a chiedere sostegno, subito ricevuto dalla sinistra, con tanto di comunicati e dichiarazioni del Pd, della Lista Sansa che hanno gridato allo scandalo per l’avvenuto rispetto delle regole e del diritto di proprietà calpestato su un bene pubblico. In serata, verso le 18, il Buridda ha inscenato una protesta in piazza De Ferrari per rivendicare il diritto a spazi che si era preso con la prepotenza.