Nel primo semestre 2024 l'Asti Docg ha registrato volumi sostanzialmente in linea con lo scorso anno pari a un imbottigliato di 43,5 milioni per effetto combinato di una contrazione dell'Asti Spumante (-6%, a 26,7 milioni di pezzi) e un sensibile incremento del Moscato d'Asti (+12%, 16,8 milioni di bottiglie), che riprende la propria corsa dopo le difficoltà dello scorso anno. Lo comunica il Consorzio Asti Docg.
Crescono dello 0,4% le vendite complessive in Italia e all’estero per un equivalente di 34,1 milioni di bottiglie. Nel dettaglio, l'Asti Spumante chiude il semestre a circa 22,1 milioni di bottiglie (-3,3%), con il Moscato d'Asti a +7,8 (11,9 milioni di bottiglie).
La classifica per destinazione per entrambe le tipologie nella prima metà dell’anno vede primeggiare la domanda statunitense (8 milioni di bottiglie, a -0,5% sul pari periodo 2023), seguita dalla Russia (6,55 milioni, +11%), poi Germania (2,8 milioni, -12,5%), Italia (2,5 milioni, -13%) e con la Gran Bretagna a chiudere la top 5 (2,45 milioni, +1%). A seguire, un pacchetto di mercati in significativo incremento, a partire dalla Polonia, a quasi 2 milioni di bottiglie e un balzo tendenziale del 55%, fino alla Corea del Sud (+28%) e alla Francia (+27%). Pressoché stabili, a completare le prime 10 posizioni, la Cina (-2,7%) e la Grecia (+2,4%).
Sul fronte della promozione presso i mercati internazionali, quest’anno il Consorzio Asti Docg ha messo in campo progettualità per 1,5 milioni di euro. Quattro i Paesi destinatari delle iniziative: Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Svizzera che per la denominazione valgono complessivamente un terzo del mercato.
A livello geografico, per quanto riguarda l'Asti spumante il primo semestre ha segnato il sorpasso dell’Est Europa – Russia inclusa – sull’Europa occidentale. La domanda di Asti spumante vede infatti l’area orientale primeggiare con 10,1 milioni di bottiglie vendute a fronte di 8,6 milioni delle aree limitrofe del Vecchio Continente. Un risultato effetto dell’incremento in Russia (+11%), ma anche di gran parte dei Paesi dell’Europa Orientale, che hanno segnato aumenti record (+10%), con diversi Paesi in doppia cifra. Giù invece gli ordini dalle aree centrali e occidentali del Continente (-8,5%) soprattutto per effetto dei cali in Germania (-12%) e in Italia (-26%), dove i consumi rappresentano meno del 6% del totale.
Per quanto riguarda il Moscato, cresce del 10% nelle Americhe a oltre 7 milioni di bottiglie. In crescita anche l’Asia (+6,5%) con due Paesi nella top five: la Cina (+14%) al quinto posto e la Corea del Sud (+28%) che con 687 mila bottiglie ordinate è il terzo cliente al mondo per il vino dolce Astigiano. Bene anche altri Paesi a forte potenziale, come Giappone, Singapore e Tailandia, che mitigano il calo di Taiwan, piazza strategica per il Moscato d'Asti. In Europa la variazione positiva più significativa arriva dall’Italia (1,2 milioni di bottiglie, a +8%), secondo mercato in assoluto.
«La sfida ora - ha commentato in una nota Stefano Ricagno, presidente del Consorzio Asti Docg - è mantenere la stabilità riscontrata nei volumi senza scendere a compromessi sul valore, elemento fondamentale per l’equilibrio di una filiera composta da 50 case spumantistiche, 15 cantine cooperative e circa mille tra aziende viticole, vitivinicole e vinificatrici».