Un'impresa piemontese su cinque utilizza Intelligenza Artificiale

Lo Studio di Confartigianato però evidenzia ancora un accentuato divario digitale e di competenze dell'IA

Marco Cortese 24/06/2025
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Oltre 11.700 imprese piemontesi con dipendenti, pari al 22,7 per cento del totale, utilizzano tecnologie legate all'intelligenza artificiale per ottimizzare processi produttivi, migliorare prodotti e servizi, garantire la sicurezza informatica, gestire relazioni con clienti e fornitori, elaborare dati e immagini, e introdurre sistemi predittivi e di automazione. Di queste, 2.663 sono imprese artigiane, in gran parte concentrate nel torinese.

A Torino le aziende attive con soluzioni IA sono 6.301, di cui 1.274 artigiane (20,2 per cento). E' quanto emerge dal report«I pionieri dell'IA», realizzato dall'Ufficio Studi di Confartigianato Torino su dati Unioncamere, Ministero del Lavoro, Excelsior e Istat. Secondo l'indagine, le applicazioni piu' diffuse tra le micro e piccole imprese artigiane riguardano la gestione economico-finanziaria (46 per cento), marketing e e-commerce (34,8 per cento), customer care (18,8 per cento), produzione e servizi (18,5 per cento) e cybersecurity (18,3 per cento). I settori piu' interessati sono servizi, costruzioni, manifattura, trasporti e logistica, seguiti da rifiuti, ristorazione, Ict e comunicazione.

«La cosiddetta intelligenza artigiana si conferma strategica per la transizione digitale - dichiara Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino -. Il nostro compito è accompagnare le imprese affinchè non restino indietro. L'IA non sostituisce l'uomo, lo potenzia: la vera sfida è saperla governare»

Lo studio evidenzia però anche il divario digitale ancora presente: il 69,5 per cento delle imprese piemontesi dichiara di non sapere come introdurre l'IA nei propri processi, mentre il 15,6 per cento ritiene che non apporterebbe benefici al proprio modello di business.

Altro tema critico è il fabbisogno di competenze digitali: le imprese piemontesi prevedono l'ingresso di oltre 48mila lavoratori specializzati in tecnologie avanzate (pari al 13,0 per cento delle assunzioni annue), ma oltre 27mila profili risultano di difficile reperimento (56,5 per cento).

«Serve un'azione strutturata - conclude De Santis - sulla formazione e sull'orientamento, in sinergia con le istituzioni scolastiche e formative, e un aumento della conoscenza delle applicazioni dell'IA attraverso investimenti mirati». A livello nazionale, nel 2024 sono 181.652 le imprese con dipendenti che adottano l'IA (11,4 per cento del totale), con una maggiore diffusione nei servizi (12,6 per cento) rispetto a Manifattura (8,8 per cento) e Costruzioni (7,7 per cento). Le regioni guida sono Lombardia, Lazio, Campania, Veneto ed Emilia-Romagna. Le imprese artigiane rappresentano il 19,3 per cento delle utilizzatrici di IA, con incidenze più elevate nelle Marche (27,5 per cento), Veneto (24 per cento) e Sardegna (23,4 per cento). In Italia si prevede l'assunzione di 686 mila lavoratori con competenze digitali avanzate, ma il 53,5 per cento dei profili risulta difficile da reperire, soprattutto in Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Umbria e Toscana. 

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