I rappresentati del Governo, dell’Ue e del mondo economico a Stresa

Il presidente Vietti: «Il mondo liberale è minacciato dalle autocrazie e dai populismi»

Alessandro Marini 24/11/2025
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Ieri e venerdì si è svolta, al Regina Palace di Stresa, la ventiduesima edizione del forum organizzato da Fondazione Iniziativa Europa, presieduta dall’onorevole Michele Vietti che ha presentato l’evento:
«Molte cose stanno mettendo in difficoltà l’Europa, bisogna stare attenti alle minacce che incombono sull’ordine liberale internazionale. Stato di diritto, democrazia parlamentare e rispetto degli accordi internazionali sono sotto attacco da parte delle autocrazia e dei populismi sempre più diffusi. Non solo Russia, Iran, Cuba, Nord Corea, ma anche il capitalismo dispotico cinese si candidano come modelli alternativi a quello Occidentale. Anche negli Usa si assiste a un’involuzione autoritaria. Negli Stati Uniti i cospirazionisti della destra reazionaria e i progressisti della sinistra woke nuotano nello stesso acquario: antiglobalismo e cancel culture hanno alla base la stessa teoria della cospirazione.
Migrazioni, insicurezza economica del ceto medio, globalismo, social media e IA producono populismo perchè creano contrapposizione frontale tra l’élite e il popolo e a causa della polarizzazione si assiste alla scomparsa degli standard oggettivi su cui incentrare il dibattito.
Dunque i pericoli per l’ordine liberale, fatto di pesi e contrappesi, non vengono solo da Trump, ma dai molti Trump nel mondo.
Se ci sta a cuore questo sistema di valori, siamo chiamati a riscoprirne l’identità e a rivitalizzarlo nelle conoscenze, specialmente in quelle dei giovani. Per fare questo serve uno sforzo culturale e il nostro convegno cerca di dare il suo contributo».
Tra gli innumerevoli ospiti intervenuti al forum di Stresa, tra cui politici, imprenditori, magistrati e rappresentanti del terzo settore, ha partecipato anche il ministro della Difesa Guido Crosetto che è stato intervistato da Stefania Pinna.
«Non parliamo ancora di un piano di pace, ma della bozza di un piano in discussione. Non c’è ancora nulla di formalizzato.
Il tema non è cosa ne penso io o l’Europa, ma l’Ucraina che sta combattendo questa guerra che è già costata la vita di centinaia di migliaia di persone in tre anni di guerra e che ora dovrebbe rinunciare a molti territori. È difficile giudicare per noi che siamo al caldo e con la luce nelle nostre case, mentre in Ucraina si sta al freddo, anche perchè le centrali vengono costantemente bombardate. - ha dichiarato il ministro in merito al piano di pace presentato dal presidente degli Stati Uniti - Trump nei giorni scorsi è stato anche molto duro con la Russia e se oggi lo è con l’Ucraina è per cercare di raggiungere un accordo.
Tutti noi vorremmo che la guerra finisse e si iniziasse a parlare di ricostruzione. Mi auguro che questa prima bozza sia il primo passo per arrivare a una tregua.
Tuttavia, in tutto questo manca uno dei tre attori: la Russia che finora non ha mai voluto scendere a patti».
È alla domanda su quanto possiamo ancora permetterci di supportare Kiev, Crosetto è stato chiaro:
«La questione di supportare una nazione sotto attacco è semplicemente un fatto di volontà, ossia finchè lo riterremo giusto. Il sostegno a Kiev non danneggia l’Italia, perchè è una scelta politica. Chi pensa che una nazione attaccata vada difesa lo ritiene giusto, chi pensa che sia meglio girarsi dall’altra, potrebbe decidere di sospendere gli aiuti e dedicarli ad altro. L’aiuto a Kiev dà l’opportunità di raggiungere una pace duratura e non una instabile che potrebbe causarne una nuova e magari ben peggiore».
Infine si è parlato di cybersecurity.
«Un attacco Cyber può provocare danni gravissimi. Pensate a un attacco al sistema di una banca che costringe a rendere inagibili i conti correnti per più settimane, con la conseguenza che le persone non possano più prelevare.
Stessa cosa vale per gli aeroporti, ferrovie o centrali elettriche.
Un secondo aspetto, invece, riguarda la disinformazione, in particolar modo attraverso i social. La Russia, per esempio, in Africa sta facendo disinformazione contro l’Occidente. Un continente che avrà più di 3 miliardi di persone nel 2100 che sarà arrabbiato con noi e l’Italia si trova in prima linea.
Gli Houti stanno facendo una guerra ibrida, favorendo il commercio Russocinese a discapito del nostro che nel lungo termine darà loro un grande vantaggio.
Per difenderci dobbiamo investire nel settore cyber, ma prima o poi dovremmo passare all’attacco per evitare che ci attacchino. Sul blocco dei check-point strategici, quali gli stretti, bisogna avere delle forze armate che possano andare in loco a difendere il passaggio delle nostre navi. Una difesa degli interessi strategici e non solo la difesa classica a cui siamo abituati. Inoltre, dobbiamo investire in settori come quello delle terre rare, senza dimenticare i satelliti che ci permettono di comunicare.
A tutte queste minacce bisogna mettere in campo le contro minacce o la deterrenza».
All’incontro ha partecipato con un video messaggio anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: 
«Il quadro internazionale è sicuramente complesso, ma la nostra politica estera ha due capisaldi: la Nato e l’Ue. Vogliamo un’Unione europea più forte che sappia superare le crisi e che sia motore di sviluppo per cittadini e imprese. Vogliamo rafforzare la Nato e sosteniamo il piano americano di pace in medioriente, in Ucraina e nei tanti conflitti dimenticati, come quello in Sudan, ma lavoriamo anche per la stabilità di un’area strategica quale quella dell’Indopacifico. 
Di fronte alla revisione della politica commerciale americana abbiamo sostenuto il lavoro della Commistione che ha permesso di dare stabilità alle nostre imprese, mentre ora lavoriamo per migliorarlo. Il mio sogno è un’area di libero scambio anche aldilà dell’Atlantico, con Usa, Canada e Messico».
Successivamente è intervenuto anche il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Raffaele Fitto.
«Questo evento rappresenta un’occasione preziosa per leggere con lucidità i grandi cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo e per interrogarsi sul ruolo che ricoprirà l’Europa nel futuro. I recenti accadimenti in Usa hanno imposto a tutti noi riflessioni profonde.
E’ doveroso comprendere questi cambiamenti e capire dove si vuole andare come Ue. Fondamentale per noi sarà ridurre le dipendenze tecnologiche extra Ue, rafforzare il mercato unico e colmare il divario digitale con il resto del mondo. 
L’Europa sta assumendo un ruolo centrale nella nuova geopolitica planetaria, in cui si stanno ridefinendo le alleanze fra potenze democratiche e non. L’accordo con gli Usa non è perfetto, ma è comunque importante, sebbene avremmo preferito non ci fossero dazi e abbiamo raggiunto la stabilità in un momento di incertezza. Inoltre, la Commissione si sta aprendo a nuovi mercati, dall’accordo con il Mercosur, all’intesa con l’India. Le grandi democrazie devono allearsi per contrastare l’emergere delle potenze che non lo sono.
Per raggiungere ciò, serve però la pace ed è su questo tema che ci giudicherà la storia».
Il 2025 è stato un anno molto importante anche per la Chiesa Cattolica. A seguito della morte di Papa Francesco è stato eletto come nuovo capo della Chiesa cattolica Papa Leone XIV, primo pontefice nella storia ad essere nato negli Usa.
Per tale ragione è stata molto interessante l’intervista al cardinale Gherard Ludwing Muller.
«Siamo lieti di avere un Papa degli Usa e che pertanto è madrelingua inglese, fattore molto rilevante nel mondo di oggi. Tradizionalmente sono i protestanti che parlano inglese, ma oggi anche noi cattolici.
Il Papa però, è sempre il successore di Pietro e perciò deve orientarsi in base alla parola di Gesù.
Trump non è un santo, ma nemmeno il diavolo, è solo un politico. Voglio solo dire che il suo governo garantisce la libertà di opinione e la vita di ogni uomo, che inizia con il concepimenti. Questi sono i due valori fondamentali che dovrebbero valere per tutto il mondo ed è l’unica superpotenza che difende la democrazia e i valori cristiani».
Dopodichè il giornalista Piero Vietti ha chiesto al cardinale riguardo i rapporti con gli Usa durante il papato di Francesco e quanto con Leone si potranno smussare le frizioni con gli Stati Uniti e la Chiesa americana.
«I vescovi hanno una missione divina, ma anche loro sono uomini con pregiudizi e risentimenti e sappiamo che spesso i sudamericani hanno pregiudizi verso i nordamericani, ma ora abbiamo un Papa che li rappresenta entrambi e che parla perfettamente inglese, spagnolo e italiano», ha concluso il cardinale Muller.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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