Dazi: con il 15% servono compensazioni UE per i settori più colpiti

“Abbiamo sempre spinto per un accordo e per superare l’incertezza che stava creando danni seri alle nostre imprese" dichiara Francesco Goffredo

28/07/2025
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“L’accordo con tariffe al 15% è sicuramente migliorativo rispetto all’ipotesi iniziale del 30% che avrebbe causato danni fino a 120 milioni di euro per i consumatori americani e per il Made in Cuneo agroalimentare. Tuttavia, il nuovo assetto tariffario avrà impatti differenziati tra i settori e deve essere accompagnato da compensazioni europee per le filiere penalizzate, anche considerando la svalutazione del dollaro. Dobbiamo aspettare di capire bene i termini dell’accordo e soprattutto di leggere la lista dei prodotti agroalimentari a dazio zero sui quali ci auguriamo che la Commissione UE lavori per far rientrare, ad esempio, il vino che altrimenti sarebbe pesantemente penalizzato”. È quanto afferma il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, commentando l’accordo trovato tra Europa e USA dopo l’incontro di ieri tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen.

Come già ribadito, Coldiretti sottolinea che non possono essere ammessi sul nostro territorio prodotti agroalimentari che non rispettano gli stessi standard sanitari, ambientali e sociali imposti alle imprese europee. È fondamentale che l’Unione europea continui a difendere con fermezza il sistema delle Indicazioni Geografiche, che rappresentano una garanzia di qualità e origine, e un presidio culturale ed economico del nostro cibo.

“Non appena avremo certezza di quali saranno i prodotti agricoli colpiti dai nuovi dazi e della percentuale definitiva, ci muoveremo per chiedere un sostegno all’UE. L’obiettivo è scongiurare che a pagare il conto siano, ancora una volta, i nostri agricoltori che lavorano ogni giorno per portare qualità e identità nel mondo” assicura il presidente Nada.

“Abbiamo sempre spinto per un accordo e per superare l’incertezza che stava creando danni seri alle nostre imprese – sottolinea il direttore di Coldiretti Cuneo, Francesco Goffredo –. Gli Stati Uniti restano un mercato fondamentale, dove dobbiamo proteggere i consumatori dalle imitazioni del falso Made in Cuneo e Made in Italy. Dobbiamo portare avanti un’azione strutturale per promuovere le nostre produzioni autentiche e contrastare l’Italian sounding, che negli Stati Uniti provoca ogni anno perdite stimate in oltre 40 miliardi di euro”.

Si attesta intorno ai 400 milioni di euro il valore dell’export cuneese di prodotti alimentari e bevande verso gli USA, primo mercato extra-UE delle produzioni provinciali. La preoccupazione è forte, in particolare, per i vini delle nostre colline, molto apprezzati Oltreoceano, tanto che il 40% delle bottiglie prodotte nella nostra provincia – ricorda Coldiretti Cuneo – è destinato al mercato statunitense, a cominciare da Barolo, Barbaresco e Moscato d’Asti, ma anche Roero Arneis, Langhe, Barbera d’Alba e Nebbiolo d’Alba.

 

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