“Il Quaderno di Campagna in forma digitale non va incontro all’operatività delle imprese agricole che ad oggi tengono già traccia delle operazioni colturali in forma cartacea o su supporti gestionali aziendali”, con queste parole il presidente di Asti Agricoltura Gabriele Baldi e il direttore di Mariagrazia Baravalle, esprimono la loro perplessità in merito all’attivazione da parte di Agea del sistema informatico per la gestione delle informazioni relative al registro dei trattamenti e delle fertilizzazioni da parte delle aziende agricole: un sistema che sarà attivato nei prossimi mesi in forma sperimentale e che entrerà a pieno regime nel 2026.
Dubbi e perplessità manifestati in primis da Confagricoltura Piemonte, tramite il suo presidente Enrico Allasia, che ha inviato una lettera all’assessore regionale all’Agricoltura Paolo Bongioanni nella quale sono state evidenziate le criticità del passaggio alla definitiva digitalizzazione del documento, in vista dell’incontro tra le Regioni e Agea, che si terrà giovedì 23 gennaio.
Il sistema prevede una raccolta di dati tramite un continuo interscambio di informazioni tra le aziende agricole, che materialmente effettuano le operazioni in campo, e gli uffici CAA, a cui potranno essere demandate le registrazioni.
“Il settore agricolo è da sempre fortemente condizionato da diverse variabili, prime fra tutti quelle metereologiche, che spesso costringono le aziende ad improvvisi cambiamenti delle attività programmate. L’introduzione del Quaderno di Campagna on-line potrebbe creare non pochi problemi alle aziende agricole nella gestione di innumerevoli dati che dovranno essere poi comunicati alle loro associazioni di categoria e successivamente registrati telematicamente”, afferma Enrico Masenga coordinatore del settore tecnico della Confagricoltura di Asti.
“Condividiamo il fatto che sia necessario garantire una maggiore tracciabilità di quanto avviene in azienda sul piano degli interventi legati ai prodotti fitosanitari, soprattutto ai fini della tutela del consumatore e del corretto impiego degli agrofarmaci. Tuttavia riteniamo che il QDCA non sia, al momento, lo strumento adeguato a centrare questo obiettivo e va ad appesantire ulteriormente il carico burocratico che grava già in modo significativo su ogni azienda”, conclude il direttore Mariagrazia Baravalle.