Aziende cuneesi sempre più competitive grazie al coinvolgimento dei lavoratori

L’88% delle aziende fatica a trovare personale e il 54% delle offerte viene rifiutato

24/07/2024
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Foto del convegno

«Tra le tante rivoluzioni in corso c’è anche quella relativa al rapporto tra aziende e lavoratori - ha detto il direttore generale di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio -. Si tratta di un processo  che rende le nostre imprese ancora più consapevoli di un aspetto: la forza lavoro, a ogni livello,  va intesa come un insieme di soggetti unici, nel vero senso della parola. Ciascuna persona è un  unicum con specifiche attitudini, competenze, passioni e aspirazioni. Le risorse umane devono  quindi trasformarsi in attentissimi osservatori delle dinamiche sociali, con un obiettivo: far sì  che i valori di ogni persona coincidano con quelli dell’azienda, e viceversa. Perché, non bisogna  mai dimenticarlo, l’evoluzione potrà trasformare tutto, ma le scelte resteranno sempre in capo  alle persone». 

Un concetto rimarcato da Carlo Baudena, responsabile del Servizio Relazioni Industriali di  Confindustria Cuneo, che ha dichiarato: «Per raggiungere gli obiettivi d’impresa la parola  chiave deve essere, sempre di più, “protagonisti”, con il coinvolgimento delle persone che  diventa la chiave di volta per fare la differenza». 

Questo approccio rende necessaria anche la contestuale valorizzazione di chi si occupa di  risorse umane. «Oggi le relazioni umane all’interno dell’azienda sono ancora più complesse da  gestire rispetto al passato, ma allo stesso tempo rivestono una strategicità decisamente  maggiore», ha sottolineato Alessandro Fantino del Servizio Relazioni Industriali di  Confindustria Cuneo nel dialogo con Mariangela Calzati, Hr consultant, trainer e coach. 

«Stiamo vivendo un momento di profondo cambiamento nell’ambito del quale i lavoratori  percepiscono volatilità e incertezza - ha osservato Mariangela Calzati -. Una situazione che ha  portato il 46% dei lavoratori italiani a cambiare lavoro negli ultimi dodici mesi o, comunque, a  desiderare di farlo. Tutto questo con l’88% delle aziende che fatica a trovare persone e con il  54% delle offerte che viene rifiutato. Questo perché sono cambiate le aspirazioni. I lavoratori  oggi cercano, nell’ordine: buon equilibrio tra occupazione e vita privata, atmosfera lavorativa 

piacevole, retribuzione e benefit interessanti, sicurezza del posto di lavoro e possibilità di  crescita». 

Ma quale ruolo deve assumere il settore delle relazioni umane? Ha risposto Calzati: «Chi si  occupa di persone non deve assolutamente essere un burocrate, bensì un abilitatore capace di  creare le condizioni per connettere, conversare, apprendere, produrre risultati e sapere, offrire possibilità». 

L’efficacia di questo modello, sperimentato con successo in molte delle oltre 1.200 aziende  associate a Confindustria Cuneo, trova conferma nei numeri, come riferito dall’esperta di  risorse umane: «Dal sondaggio di Gartner emerge che un’esperienza positiva dei dipendenti  può migliorare le prestazioni del 26% e la fidelizzazione del 27%, aspetti strategici per la  competitività, oltre al fatto che per il 47% dei responsabili Hr prevede di avere come priorità 

per il 2024 la massimizzazione dell’esperienza dei dipendenti». 

Un modello che si sta già sperimentando con successo nello stabilimento cuneese della  Michelin. Lo ha rimarcato il responsabile Hr, Cristiano Tessarin: «Il cuore della nostra  strategia sono le persone. È per questo che ogni nuova risorsa, qualsiasi sia il suo inquadramento, viene accolta con sei giorni di formazione e poi viene messa nelle condizioni  perché possa crescere umanamente e sviluppare le proprie competenze. Ed è anche per questo  che ogni anno realizziamo un’indagine per valutare il sentiment e il senso di appartenenza dei  collaboratori. Se vogliamo che i lavoratori stiano bene, non bisogna imporre le condizioni  dall’alto ma far sì che siano loro stessi a indicare la strada giusta da seguire». 

In questo cammino di Michelin, il dialogo con le persone è a 360 gradi, a partire dall’ascolto e  dal confronto con le organizzazioni sindacali. Sono intervenuti Eusebio Busè di Femca-Cisl  («Ogni cambiamento fa paura, soprattutto ai lavoratori, che da sempre sono in prima linea per  l’azienda. Non bisogna mai dimenticarlo»), Ezio Chiapello di Filctem-Cgil («Siamo la voce  dei lavoratori. Un buon accordo lo è solo quando tutte le parti sono un po’ scontente, perché ci  si deve sempre andare incontro») e Davide Cravero di Uiltec-Uil («Lo stabilimento Michelin  di Cuneo è in continua trasformazione: gli investimenti e le grandi produzioni contribuiscono  ad accrescere la visione positiva dell’azienda»).

 



 
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