Federalberghi Torino lancia allarme per il comparto

Sono cinquemila le figure professionali che potrebbero mancare secondo quanto emerso dall’assemblea annuale degli associati, dedicata a lavoro e formazione

Loredana Polito 01/07/2025
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La prima metà del 2025 si potrebbe chiudere, anche se solo per pochi punti percentuali, con un incremento rispetto al risultato dello scorso anno, portando l’occupazione media dei primi 180 giorni al 70% e consolidando un trend ormai pluriennale.

È quanto emerge dai dati raccolti da Federalberghi Torino, presentati nel corso dell’Annuale Assemblea degli Associati, dedicata quest’anno al tema della formazione e del lavoro.

Il capoluogo piemontese consolida e rafforza il proprio posizionamento sul mercato nazionale e internazionale del turismo, dando seguito all’exploit registrato nel 2023. Il risvolto della medaglia è però rappresentato dalla carenza di profili professionali qualificati e da un ‘mismatch’ tra domanda e offerta che rischia di agire da freno sulle prospettive molto interessanti per il comparto. In assenza di un’inversione di tendenza, tra il 2025 e il 2030, potrebbero mancare all’appello circa cinquemila dipendenti.

Il 2025 si è aperto con un gennaio migliore rispetto allo stesso mese del 2024 (+ 5%), proseguendo poi con i mesi di febbraio e marzo in sostanziale pareggio, mentre aprile ha fatto registrare un leggero calo, principalmente dovuto alla presenza dei tanti ponti festivi ravvicinati che hanno indotto i viaggiatori a scegliere l’uno o l’altro e, soprattutto, hanno frenato il turismo business infrasettimanale.

Positivo anche il dato di maggio, che supera il mese di maggio 2024 anche se di poco (+ 2%), e numeri incoraggianti anche per giugno, che si avvia a chiudere con un saldo positivo di qualche punto percentuale.

I risultati indubbiamente lusinghieri sono stati possibili grazie ai grandi eventi e alla ‘destagionalizzazione’, a una migliore comunicazione e promozione della destinazione, ma soprattutto alla capacità di Torino e del territorio provinciale di attrarre diverse tipologie di turismo e farle coesistere.

Ci sono però ancora nodi da risolvere per il potenziamento della destinazione, come l’assenza di un centro congressi moderno e polifunzionale che aumenterebbe notevolmente i flussi diretti verso la città. L’Italia è infatti il secondo Paese al mondo, il primo in Europa per turismo fieristico-congressuale, che già ora rappresenta un quarto delle presenze turistiche torinesi. Dall’assemblea è anche emersa la necessità di un intervento sul polo del Lingotto Fiere, che necessiterebbe di interventi strutturali di ammodernamento, non più differibili, e di una governance in grado di attrarre eventi con un calendario pluriennale.

Alla crescita del turismo si accompagna un incremento dell’offerta di lavoro, cui però non corrisponde un’adeguata domanda. Continua infatti a sussistere un mismatch tra le opportunità offerte dal settore turistico-ricettivo e la disponibilità di profili professionali qualificati.

Federalberghi Torino, che già l’anno scorso aveva sollevato la questione, ha profuso il proprio impegno in una serie di accordi e sinergie con diverse realtà del territorio che si occupano di formazione e inserimento lavorativo.

A livello nazionale, l’Associazione ha siglato con le principali rappresentanze sindacali il nuovo Ccnl Turismo, contratto leader nel settore – applicato dall’80%, sia per quanto riguarda gli imprenditori, sia per i dipendenti – che prevede incrementi salariali e una più ampia piattaforma di welfare. Sul piano del welfare e della contrattazione, l’Associazione sta inoltre collaborando con il Gruppo Ada di Axa e con Endered per strutturare un welfare aziendale anche a livello locale, in aggiunta a quello già previsto dal Ccnl Turismo.

In accordo con il ministero del Turismo è stata emanata la nuova normativa sulle mance, che regolamenta le somme erogate dai clienti ai lavoratori a titolo di liberalità.

L’Ente Bilaterale Turismo e Lavoro della Provincia di Torino, di cui Federalberghi Torino fa parte, anche nel 2024 ha erogato somme aggiuntive a titolo di sostegno al reddito.

Federalberghi Torino ha inoltre aderito al progetto della Camera di Commercio di Torino per la definizione di un modello utile a valutare i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (Pcto); nello stesso ambito è stato creato, insieme all’istituto per i Servizi Alberghieri ‘Colombatto’ di Torino un Osservatorio permanente per valutare il ‘sentiment’ dei giovani studenti impegnati negli stage e nei tirocini curricolari con l’intento di apportare migliorie e correttivi all’offerta formativo-professionale.

Federalberghi Torino, poi, ha definito con Ciofs Fp Piemonte un’intesa per co-progettare e realizzare percorsi formativi mirati allo sviluppo di competenze specifiche per il comparto e all’inserimento lavorativo. L’accordo siglato con la Fondazione Time 2 impegna invece l’Associazione sul piano dell’inserimento in azienda di giovani persone con disabilità.

Federalberghi Torino è inoltre parte dell’Its Academy, con la quale propone percorsi di alta formazione post-diploma e post-laurea.

«Il turismo a Torino si conferma un asset strategico per lo sviluppo della città e a questo proposito, vista la crescita complessiva e l’incremento di turisti stranieri, abbiamo sottoposto agli enti locali una serie di modifiche normative di semplificazione per facilitare gli investimenti e migliorare i servizi al pubblico – dichiara Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – fermo restando che un salto di qualità ulteriore potrebbe essere garantito soltanto dotando la città di un centro congressi all’avanguardia e con l’ammodernamento del polo fieristico».

«Il nostro comparto peraltro – prosegue Borio – sconta ancora i problemi strutturali del Paese e continua a essere penalizzato dal mismatch tra domanda e offerta di lavoro. I flussi turistici crescono, i clienti sono sempre più informati ed esigenti e, contestualmente, cresce la necessità di poter contare su profili professionali qualificati che possano elevare la qualità del servizio offerto, dei quali però non disponiamo. L’unico modo per rimediare, almeno in parte, a questo scollamento tra le opportunità offerte e la forza lavoro a disposizione è quello di intensificare il dialogo tra il mondo della formazione, le aziende e le istituzioni».

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