«In due anni persi 6.500 quintali di nocciole»

A sostenerlo è l’associazione Monferrato Frutta durante la 43° Fiera «Città della Nocciola»

21/10/2025
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Focus su stagione, innovazioni, ricerca, macchinari e opportunità per il comparto corilicolo, giovedì 9 ottobre a Castellero, in occasione dell’evento/incontro “Nocciolo in campo”, promosso da Coldiretti Asti nell’ambito della 43ma Fiera “Città della Nocciola”.
Un evento sempre molto atteso dai corilicoltori professionali, proprio per l’articolazione e completezza dell’offerta, nonché per l’opportunità di confronto con referenti degli istituti di ricerca e non solo.
A parlare della difficile campagna 2025 su astigiano e alessandrino è stato il presidente dell’Associazione Monferrato Frutta Giovanni Brusasca: “siamo passati da quasi 10mila quintali raccolti nel 2023 a 5mila circa nel 2024, per poi scendere a 3.500 quintali nel 2025, con una resa media del 44%”. Produzioni molto distanti dal fabbisogno richiesto dalla Novi, con la quale Coldiretti ha sottoscritto un contratto di filiera.  
«Questa è la terza annata consecutiva complicata» ha detto la presidente Coldiretti Asti Monica Monticone. «Negli ultimi tre anni abbiamo assistito ad contrazione dovuta agli effetti del cambiamento climatico, risultati impattanti anche per i noccioli. Per questo, riteniamo sempre più doverosi e fondamentali i focus e le collaborazioni con gli Istituti e le Fondazioni di ricerca, affinché si ritrovino le migliori soluzioni da mettere in campo a tutela e a salvaguardia di una produzione di eccellenza qual è la Tonda Gentile Trilobata».
Fondamentale, dunque, la collaborazione con Agrion, la Fondazione di ricerca applicata all’agricoltura, il cui impegno ricomprende anche la corilicoltura, al cui tavolo di coordinamento siedono tecnici corilicoli Coldiretti. «Attraverso progetto Tonda Produttiva, Agrion sta lavorando su 8 linee di ricerca raggruppate in tre filoni quali sono: Soluzioni Agroclimatiche, Avversità Biotiche e Miglioramento Genetico», ha spiegato il tecnico corilicolo Maria Corte. «Questa, è una coltura che richiede particolare attenzione, non solo dal punto di vista della chioma e della nutrizione, ma anche della difesa/gestione del noccioleto e dell’ambiente in cui si sviluppa. Il cambiamento climatico e gli stress a cui la coltura è sottoposta ci portano a lavorare sempre più sulla ricerca, investendo particolare attenzione alle emergenze derivanti dai fitofagi, ai monitoraggi delle cimici e alla cascola (quella eccessivamente anticipata). Lavoriamo anche sugli aspetti legati alla nutrizione, con nuovi biostimolanti che si stanno affacciando sul mercato». 
«Come Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università di Torino, in collaborazione con Agrion, conduciamo diverse ricerche, in particolare, sul fronte dei diversi patogeni che insistono sul nocciolo, alcuni ben noti, altri emergenti» ha spiegato Vladimiro Guarnaccia docente e ricercatore del Disafa. «Operiamo in un’ottica di conoscenza e difesa, quindi, sulla diagnostica, sviluppando protocolli e modelli che ci aiutino a beccare in tempo questi patogeni, sia nel vivaio sia in campo».
Il punto sull’utilizzo dei droni in agricoltura è stato fatto da Alessandro Sopegno del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università di Torino, operativo presso il Laboratorio Land Sensing Lab. «Siamo una delle quattro realtà italiane attualmente autorizzate all’utilizzo di droni per trattamenti in agricoltura. Alla luce della confortante efficacia registrata, riteniamo che i droni siano il futuro più prossimo, in particolare, laddove insistono coltivazioni eroiche, consentendo di interventi di precisione, sicurezza sul lavoro e rispetto dell’ambiente».
Tra le diverse offerte e dimostrazioni coordinate dal responsabile tecnico Coldiretti Asti Antonio Bagnulo, anche le bioplastiche. «Soluzioni che guardano all’ambiente risultando di particolare interesse anche per i vivaisti corilicoli» ha spiegato Bagnulo. “Parliamo di un prodotto che si ottiene dal mais e che diventa compostabile. In agricoltura possono venir utilizzate per la pacciamatura (per contrastare lo sviluppo delle malerbe) ma anche per imballaggi in vivaistica, andandosi a biodegradare nel terreno».
Del nocciolo sinonimo di prestigio, immagine ed economia ne ha infine parlato il sindaco Roberto Campia spiegando come, in 43 anni, la nocciola abbia stimolato l’apertura di nuove strutture agricole e ricettive, favorendo visite e vivacità economico-commerciale, rispetto ad un comparto sempre più valorizzato grazie alla Coldiretti di Asti e, in parte, sostenuto dall’Unione dei Comuni.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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