Il Gruppo Giovani Imprenditori si interroga sul futuro
Le «nuove generazioni» di Confindustria Cuneo hanno proposto un panel sulla sostenibilità
Uno sguardo concreto e privo di ideologismi ha caratterizzato l’assemblea annuale del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo, tenutasi giovedì 17 luglio presso la sede dell’associazione. Intitolato “Sostenibilità insostenibile?”, l’appuntamento ha offerto un confronto aperto sul significato reale di sostenibilità per le imprese di oggi, toccando le dimensioni ambientale, economica e sociale del tema.
Dopo i saluti istituzionali del presidente di Confindustria Cuneo Mariano Costamagna e della presidente nazionale dei Giovani Imprenditori e vicepresidente di Confindustria Maria Anghileri e il videomessaggio del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, la relazione introduttiva di Luigi Giordano, presidente del Gruppo Giovani di Confindustria Cuneo, ha rilanciato l’impegno verso una sostenibilità pragmatica, capace di superare approcci rigidi e scollegati dalla realtà produttiva. Al centro dell’assemblea la tavola rotonda, moderata dalla giornalista Hoara Borselli, che ha visto il contributo di voci autorevoli e provenienti da ambiti differenti. Marco Letizi, consulente internazionale per le Nazioni Unite, Commissione Europea e Consiglio d’Europa, ha approfondito il tema del greenwashing e della comunicazione ambientale; Lara Ponti, vicepresidente per la Transizione Ambientale e gli Obiettivi Esg e Ad di Ponti SpA, ha illustrato le sfide dell’integrazione della sostenibilità nei modelli di business; Luca Romano, divulgatore scientifico, ha portato un punto di vista non scontato e ben documentato sul ruolo del nucleare nel mix energetico del futuro; Enrico Rovere, managing director di Kroll, ha parlato dell’impatto della sostenibilità sulla valutazione e la governance delle imprese. A tirare le somme dell’incontro è stato Carlo Alberto Carnevale-Maffè, docente della Sda Bocconi, che ha offerto una riflessione strategica sull’evoluzione del concetto di sostenibilità e gli scenari che si aprono per il mondo imprenditoriale italiano ed europeo, anche in relazione alle strategie attuate nel resto del mondo.
Mariano Costamagna, presidente Confindustria Cuneo: «Buon senso e visione devono guidare ogni transizione. La sostenibilità non può essere solo un obiettivo ambientale: deve tenere conto anche del lavoro, dell’economia reale, del contesto in cui le imprese operano ogni giorno. Il nostro “made in Cuneo” parte già in svantaggio per infrastrutture carenti, con autostrade incomplete e tangenziali inesistenti. Eppure, le aziende resistono, innovano, crescono. Per questo chiediamo politiche serie, lungimiranti, capaci di conciliare ambiente e sviluppo. La sostenibilità, per essere vera, deve essere condivisa e costruita insieme, con quello spirito di squadra che è l’unico modo per trovare soluzioni e affrontare il futuro».
Maria Anghileri, presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria: «Le imprese si trovano ad affrontare una triplice transizione – ambientale, digitale ed energetica – in un contesto particolarmente complesso. Questa sfida risulta ancora più difficile proprio a causa delle tensioni commerciali internazionali con l’incombente minaccia dei dazi, che rischiano di peggiorare una situazione economica che, fino ad oggi, in Italia aveva retto meglio rispetto ad altri Paesi europei. Per questo ribadiamo il nostro appello all’Europa: è necessario agire con urgenza, sia per trovare un accordo con gli Stati Uniti che eviti penalizzazioni all’export – è a rischio il 50% delle esportazioni italiane – sia per attuare un nuovo piano industriale europeo, un ‘New Industrial Deal’, accompagnato da forti semplificazioni burocratiche, indispensabili per permettere alle aziende di operare con efficacia».
Luigi Giordano, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo: «La sostenibilità aziendale si trova oggi in una fase di transizione delicata. Dopo anni di progressi e impegni dichiarati, molte imprese stanno rallentando o ridimensionando le proprie ambizioni, disorientate da un contesto politico frammentato, da crisi globali ricorrenti e da nuove priorità economiche. Ma questo non è il momento di fare marcia indietro. Un approccio estremo – che oscilla tra l’idealismo rigido e l’abbandono completo – non è sostenibile né per il business né per il pianeta. Serve invece una visione pragmatica, saldamente ancorata ai valori fondamentali dell’impresa, capace di coniugare coerenza interna e capacità di adattamento esterno. Anche in uno scenario complesso e instabile, le aziende hanno la possibilità – e la responsabilità – di guidare il cambiamento. Agire oggi con coerenza mantenendo la rotta sui propri principi significa prepararsi a un futuro in cui la sostenibilità occuperà un ruolo centrale nelle strategie aziendali».
Lara Ponti, vicepresidente di Confindustria e ad Ponti SpA, «I dati lo dimostrano chiaramente: le imprese che hanno investito nella sostenibilità registrano migliori performance economico-finanziarie e una maggiore capacità di resistere agli shock esterni. Le aziende italiane sono tra le più sostenibili d’Europa e da sempre attente all’ambiente con ottime performance anche sulla produzione con meno emissioni e ridotte materie prime. Le imprese non si tirano indietro: sono il motore del Paese e continueranno a fare la loro parte. Ma senza un adeguato supporto, ancora più mirato per le Pmi, e un contesto che rimetta davvero al centro la competitività, oggi per le imprese questa trasformazione necessaria rischia di non abilitare corretti processi di crescita. Servono politiche chiare, stabili e lungimiranti. Ora più che mai servono risposte rapide e coraggiose, che valorizzino il nostro tessuto produttivo e puntino su un approccio realmente tecnologicamente neutrale».