Fossano, la «vera» storia di quel manifesto
Luciano Casasole 19/11/2025
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Quest’anno  il senatore Bergesio ha toccato con mano che per mantenere il successo della Sagra del Porro di Cervere non basta ripetere con qualche modifica marginale il solito copione e che, per rendere famoso a livello nazionale il premio Porro, serve qualcosa in più del “tutto fa brodo”. Alla ricerca di idee per compensare il flop, si è quindi rivolto al Sindaco di Fossano, il quale, nato e cresciuto in una famiglia di allevatori suini, ha pensato ad una sagra suina straordinaria da pubblicizzare attraverso un manifesto con una ragazza bellissima in atteggiamento ammiccante al centro di un recinto affollato di maiali.
Al senatore viene in mente un aneddoto letto in un libro di Beppe Manfredi , in cui un’ anziana signora arrivata dalla campagna un mercoledì mattina, dovendo andare a pagare una polizza presso l’agenzia assicuratrice Toro, si recò in via Roma presso il palazzo giusto, ma imboccò il portone sbagliato e, una volta salita al primo piano, suonò il campanello del generale. Quando questi aprì, la signora gli chiese:”A l’è bele sì el Tor?” (è qui il Toro?). Il generale, che non perdeva occasione per stupire, le rispose indignato “El tor? A sua età? Madama, ch’a ‘s vergogna!!!” (Il toro? Alla sua età? Signora, si vergogni!!) e richiuse la porta. Il senatore, furbo come un branco di volpi e abilissimo nell’utilizzare le persone che al momento gli servono, va a trovare Il Gadano, un noto influencer con decine di migliaia di followers e gli chiede di fare una sintesi a effetto tra l’idea di Dario Tallone e la storica performance del generale Blanda. In pochi minuti l’influencer sforna l’idea e il senatore gli mette a disposizione le strutture comunali per realizzarla. Quarantotto ore dopo tutto il personale dei Lavori Pubblici è in trasferta sulla spiaggia di Varigotti dove, sotto la direzione del Gadano, in una mattinata viene allestito il set fotografico sul quale nel primissimo pomeriggio due cantonieri alla guida di un camion del Comune scaricano un toro con gli occhi bendati e lo consegnano ad Alessia Bologna, l’allevatrice che ne è proprietaria, la quale lo tranquillizza facendogli sentire la sua voce, lo sbenda e lo conduce davanti alla postazione fotografica. Il Gadano fa sistemare l’animale di profilo con la signora di fronte, in posizione speculare ma con il viso voltato verso l’obiettivo e nell’istante in cui gli occhi del toro raggiungono il massimo dell’espressività la fotografa ufficiale dell’Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza scatta la foto che poi il Gadano modifica con Photoshop sostituendo lo sfondo del mare con una facciata dell’ ex sala di contrattazione del Foro Boario e infine la manda in stampa. Lungo il bordo  inferiore del manifesto è ben visibile il Qcode, inquadrando il quale, come da istruzioni stampate a lato, è possibile vedere tutto il resto. Mai Q code è stato tanto inquadrato e mai il programma della Fiera è stato tanto consultato. Al senatore Bergesio,.cattolico di destra e da anni primo assoluto nella classifica dei devoti alla Madonna di Cussanio, il quale conosce benissimo le frustrazioni  dei cattolici di sinistra praticamente uguali alle sue ma incrostate di tristezza vetero-comunista, non rimane che aspettare che i pesci abbocchino. Al primo Consiglio Comunale capisce che l’esca ha funzionato quando la consigliera Brizio (PD area cattolica) e il consigliere Lingua (stessa connotazione politico-religiosa), entrambi in odore di candidatura a prossimo sindaco, intonano la litania dell’indignazione per il manifesto volgarmente sessista che, senza il minimo senso del pudore, accosta una ragazza ad un toro da riproduzione. Purtroppo l’educazione catto-repressiva del recente passato ha prodotto danni irreparabili su alcune generazioni e non c’è da stupirsi se l’indignazione dei Consiglieri sia esplosa senza  che abbiano cercato di capire il senso e la genesi dell’immagine che mostra un’allevatrice trentenne nell’atto di governare l’animale più importante del suo allevamento, primo premio alla Fiera fossanese. L’indignazione dei comunisti si estende alla spesa per andare a scattare la foto su una spiaggia, ma il Sindaco, birbante come tutti i politici, risponde che quello fotografato è un «ring», il fondo in segatura comunemente utilizzato in queste occasioni. Per ottenere il massimo del risultato Il Gadano ha preteso la spiaggia di Varigotti e fortunatamente la polemica sulla spiaggia non è andata oltre perché nessuno degli indignati, a partire dal consigliere Lingua, che a sinistra viene considerato una Treccani vivente, è stato in grado di distinguere la sabbia dalla segatura.
A microfoni spenti l’assessore Pellegrino, che da decenni si mantiene a galla mantenendo buoni rapporti con tutti, propone che sul manifesto della prossima Fiera ci sia la foto di un  “tucau” in spolverino grigio macchiato di letame e un fazzoletto rosso al collo, che conduca una mucca con l’ausilio di un bastoncino flessibile corto e di piccolo diametro, Le due consigliere indignate si dichiarano a favore della proposta Pellegrino, priva di richiami erotici, che bilancerebbe il rapporto tra i due sessi, ma il senatore Bergesio taglia corto dicendo a Pellegrino “la prossima volta vai a fare il consigliere all’Asilo Dompè”. Anche se questo servizio contiene qualche piccola imprecisione dovuta agli ostacoli tipici del giornalismo d’inchiesta, il delirante dibattito sessuale in Consiglio Comunale è realmente avvenuto, i consiglieri del PD l’hanno portato avanti per cinquantadue minuti. Il senatur, che ha lanciato il sasso nello stagno ed è rimasto a guardare, è così riuscito a beffare gli avanzi dell vetero-moralismo fossanese e a ricavare una pubblicità nazionale a costo zero ad una fiera che  non aveva mai oltrepassato i confini della provincia.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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