Dedalo inventore e scultore, autore del labirinto, disegna e costruisce, progetta e fabbrica, immagina e guida. Fugge a caro prezzo dalla sua opera più nota e si rifugia in Italia dove prendono vita altre sue forme ed invenzioni.
Possiamo definire Dedalo come il primo designer della nostra penisola, della nostra storia, della nostra civiltà.
E da qui riparte Dedalus Bra chiamando a raccolta una stupenda compagine di autori in un affascinante viaggio italico nel mondo del progetto, degli oggetti, degli strumenti che per antonomasia rappresentano l’evoluzione antropologica della nostra civiltà occidentale e che in questa mostra in alcuni casi riescono a metterla in discussione nella commovente ricerca delle radici mediterranee e spirituali della nostra cultura.
In questo labirintico universo di approcci progettuali artigianali, industriali ed artistici, Dedalus Bra vuole essere il filo d’Arianna che guida in una lettura completa della complessità del nostro vivere contemporaneo.
Perché in realtà siamo “Tutti Designers”. Ognuno di noi è impegnato in un progetto, coinvolto in un disegno professionale o un traguardo di vita, fatto di piccoli sogni e grandi desideri, tempestato da irrefrenabili pulsioni del fare, urgenze nel costruire per lasciare il segno, per far sentire la nostra voce, per vederci e riconoscerci. Metterci la firma. Segnare il punto.
Sì, sì, siamo Tutti Designers, ma qualcuno lo è di più. Nel dedalo delle opportunità, qualcuno è veramente designer di professione. Si interroga e si arrovella per davvero, per lavoro.
Da forma, sostanza, segno, tattilità, superficie, consistenza e colore alle nostre passioni.
Le sublima, le rappresenta, le definisce, riesce a racchiuderle, impersonificarle in oggetti e progetti.
E Dedalus Bra nel solco della sua riscoperta autorevolezza. Così come la pensò Francesco Comoglio, braidese e illuminato dirigente d’azienda, scova, cerca, raccoglie e presenta queste storie professionali portandole ai confini delle usuali terre conosciute, le fa approdare in provincia, dove si incontrano le persone, le mani, le aziende, i laboratori, dove il design si fa, si produce, prende vita e poi riparte per nuove rotte».
Questo nuovo viaggio Dedalus lo fa partire dalle colonne d’Ercole segnate dalla filosofia progettuale di Michelangelo Pistoletto, la cui opera per Meta Memphis dà titolo a questa edizione 2025, Ettore Sottsass, Gaetano Pesce e Alessandro Mendini e punta la prua verso una nuova vibrante, febbricitante e ricca scena di autori italiani che da nord a sud attraccano a Bra e popolano le stanze di Palazzo Mathis dove la mostra Tutti Designers verrà allestita dal 8 Settembre al 2 novembre 2025 sotto la direzione artistica e curatoriale di Axel Iberti
A introdurre alla mostra è lo stesso Axel Iberti: «Accanto alle opere dei maestri, i flussi migratori del progetto, a Dedalus attraversano l’Italia intera nella pienezza del paesaggio progettuale allineando rotte diverse, a volte poste agli antipodi. Ci saranno le poetiche di pura produzione industriale di Gio Tirotto. Attraversamenti accoglienti e sicuri costruiti da Francesco Favaretto con gli artigiani del tessuto e del legno. La ricerca sulla sostenibilità viene portata avanti da Monoferments con nuovi oggetti da materiali alla deriva. Matteo Pellegrino lavora sulla trasparenza dando vita ad oggetti che ingannano anche il vetro. Andrea Zambelli come un mastro d’ascia costruisce nuovi vettori che trasportano archetipi dell’architettura tradizionale».
Il direttore artistico aggiunge: «Matteo Cibic pianta un albero cresciuto nelle mani sapienti degli artigiani e diventa un punto focale paesaggio domestico. Mandalaki trasforma lo spazio chiuso in un magico orizzonte infinito al tramonto. Tobia Zambotti emigrato in Islanda ci restituisce riflessioni sul nostro istinto di preservazione di fronte alle mutazioni pandemiche. Thanos Zakopolus dal mare della Grecia pianta radici nella verde natura pensinulare e fa vivere la pietra. Elisa Seitzinger disegna nuove ataviche e mitologiche figure gotiche che sono cristallina narrazione illustrata meritevole di pellegrinaggio. Alessio Scalabrini gira il mondo e nelle lastre marmoree celebra il melting pot conteporaneo componendo tavole da skateboard imperiali. Antonio Aricò è mediterraneo catturato nei tappeti disegnati con cicli pittorici di piccole chiese di promontori marini che si fondono con i colori del tramonto. Federico Peri costruisce macchine per riposare di estrema eleganza formale che solo noi italiani possiamo concepire. Emanuele Magini viaggia con l’ironia e ci fa sedere togliendoci peso. Studio Lievito trasforma in luce il marmo attraverso forme famigliari che incontriamo quotidianamente nei nostri cammini e viaggi o in quelli di Anotherview che ci mette in una valigia e ci porta in viaggio in costiera amalfitana. Tra i progetti speciali c’è poi il percorso di Studio Nucleo nella translucenza colorata delle resine e della memoria, la mappa materica di Iammi Studio che è un carnet di esplorazioni di materiali e forme, Sara Ricciardi che ci regala una sosta aulica ed onirica e Undesign che con il progetto grafico della mostra diventa la colonna visiva quasi sonora di questo magnifico itinerario nel mondo del design che Dedalus Bra 2025 cerca di restituire».
A fare eco il sindaco di Bra Gianni Fogliato, con l’assessore alla cultura Biagio Conterno: «Dopo oltre vent'anni siamo lieti di dare vita e ospitare, insieme alla Fondazione Piero Fraire, una rinnovata edizione della stagione di Dedalus, che negli anni Novanta si inserì nel panorama italiano e internazionale come una delle prime e visionarie manifestazioni dedicate al design. La mostra di palazzo Mathis, in particolare, permetterà non solo di ammirare opere di artisti di fama mondiale ma anche, come annunciato fin dal titolo, di coinvolgere il più largo pubblico su temi quali la progettazione diffusa, l’educazione al bello, il rapporto tra persone e oggetti simbolo dell’evoluzione culturale della società contemporanea».
«Il voler riprendere un progetto storico così ambizioso come Dedalus è per noi, della Fondazione Piero Faire di Bra, un onore e una sfida – precisa la presidente della Fondazione Carla Ravera – da tempo stiamo lavorando per riconsegnare alla Città e al nostro vivere quotidiano questo momento che sa di confronti, di riflessioni e che vorrebbe aiutare anche lo spirito a destreggiarsi meglio nella contemporaneità. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il supporto concreto di tre Fondazioni bancarie che hanno creduto in questa rivincita: la Fondazione C.R. Torino, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Inoltre, la disponibilità dimostrata dall’Amministrazione Comunale, devo dire, è stata pari all’ambiziosità che questo Progetto si propone anche per il futuro».
La presidente aggiunge: «Ringrazio il proficuo lavoro di professionisti che ci hanno affiancato e hanno saputo mettere insieme visioni, concretezze e sensibilità tali da offrire ad un pubblico, che senz’altro saprà riconoscersi nelle proposte. Questa mostra a Palazzo Mathis rappresenta, inoltre per me, occasione per salutare tanti amici e simpatizzanti che ci sono stati da sempre vicini nelle nostre attività e che vorranno ancora accompagnarci nelle tante idee e progetti che stiamo rendendo concreti, sempre più parlanti di cultura braidese e di territorio».
La mostra sarà visitabile a Palazzo Mathis, piazza Caduti per la libertà 20, dal venerdì alla domenica con orario continuato dalle 10 alle 18, ingresso gratuito. Apertura straordinaria lunedì 22 settembre in occasione di Cheese, dalle 10 alle 18.
Dal lunedì al giovedì, visite riservate, su prenotazione, a gruppi e scuole dalle 9 alle 12.30. (chiamare il numero 0172-430185 o scrivere alla mail promozione@comune.bra.cn.it).