«Eravamo in un bar di Bardonecchia con i sindaci impegnati nell’organizzazione dei Giochi Nazionali del 2019. Presi dall’entusiasmo della Cerimonia di Apertura appena conclusa si cominciò a parlare della possibilità di portare sulla neve piemontese un grande evento internazionale. Dietro la battuta c’era una grande speranza e la consapevolezza di potercela fare, unendo le forze».
Così racconta Alessandro Palazzotti, fondatore e vicepresidente vicario di Special Olympics Italia, in vista dei Giochi Mondiali Invernali Special Olympics di Torino 2025.
Delegazioni di cento Paesi di tutto il mondo stanno raggiungendo il Piemonte per vivere l’evento sportivo inclusivo più importante dell’anno che dall’8 al 15 marzo coinvolgerà 1.500 atleti con disabilità intellettive, più di 1.000 coach e delegati, 2 mila volontari, 2 mila familiari, 1.300 ospiti d’onore, 100 ‘Giovani Leader’, oltre 500 media accreditati e migliaia di spettatori attesi sugli spalti e negli impianti di gioco.
Se tutto questo si sta per concretizzare è grazie alla capacità di dare forma a quello che inizialmente poteva sembrare solo un sogno. «Sapendo quanto sia difficile e complessa l’organizzazione di una manifestazione mondiale – ricorda Palazzotti – inizialmente ero scettico sull’effettiva possibilità che l’Italia si imbarcasse in questa avventura. Ma quegli amministratori facevano sul serio. Mi hanno incoraggiato. Volevano provarci. Il Coni con Giovanni Malagò, il Comune di Torino con l’allora sindaca Chiara Appendino, la Regione con Alberto Cirio hanno creato i presupposti per la nostra candidatura. Una proposta che puntava forte su due fattori: i giovani e l’ambiente. Special Olympics International ha subito visto con favore il nostro progetto. Negli ultimi cinque anni abbiamo fatto i conti con tre cambi di Governo e con lo sforzo di dover ricominciare a portarlo all’attenzione dei vertici dello Stato».
«L’arrivo del ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, già membro del board di Special Olympics Italia, ci ha permesso di sensibilizzare ancor più il Governo – prosegue – a sostenere l’impegno nel creare le condizioni per organizzare Torino 2025, anche grazie alla grande sensibilità del ministro per la disabilità Alessandra Locatelli».
Ed è nel mondo della scuola che affondano le radici del cambiamento. «Quando ero un insegnante di educazione fisica – spiega Palazzotti – gli studenti con disabilità erano esonerati obbligatoriamente dalle lezioni. Si pensava che l’attività sportiva non fosse adatta a loro. Oggi viene riconosciuta come un diritto di tutti dall’articolo 33 della Costituzione, che ne afferma in un nuovo comma il valore educativo, sociale e di promozione del benessere. Ho accompagnato con tutto il mio impegno questo cambiamento, anche con la creazione della FisHa, Federazione Italiana Sport Handicappati, poi Federdisabili, attualmente Comitato Italiano Paralimpico. Organizzare i Giochi Mondiali rappresenta un'enorme opportunità per l’Italia, per continuare a ispirare questo cambio di prospettiva, affinché la legge si trasformi in azioni concrete, opportunità di espressione e di crescita per tutti. E questo può e deve coinvolgere persone di buona volontà in tutto il mondo».
L’attenzione per tutti è una delle vocazioni di Special Olympics. Torino 2025 ne sarà testimone. «Special Olympics – aggiunge ancora Palazzotti - dedica un programma sportivo pensato per atleti con disabilità intellettive gravi e con elevati bisogni di supporto. È uno degli appuntamenti a cui tengo di più ai Giochi, perché dà il senso vero dell’attività svolta dal nostro movimento. Ognuno vive lo sport come una sfida con se stesso e il compagno o l’avversario sono un sostegno per puntare a una crescita personale».
«Altro tema di rilievo è che il Floorball e la danza sportiva si svolgeranno in modalità unificata per atleti con e senza disabilità intellettive. Così come la quasi totalità degli sport di squadra estivi».
L’eredità dei Giochi è la condivisione di un forte messaggio inclusivo. «La ‘Community Run’ che in tutte le regioni ha celebrato l'accensione della Fiamma per la Cerimonia di Apertura dei Giochi ce l’ha insegnato. Bisogna vivere il messaggio rivoluzionario dei Giochi Mondiali in ogni territorio, anche laddove non ci sono ancora atleti coinvolti. L’Italia ha partecipato in ogni sua regione alla festa dell’arrivo della torcia olimpica. Accoglierla significa vivere i principi che animano Special Olympics per offrire maggiori opportunità ovunque, a tutti. Si tratta di un messaggio semplice da diffondere, ma ci troviamo di fronte ancora tanti pregiudizi, figli della paura e della non conoscenza. Siamo portati a vedere ancora lo sport quasi esclusivamente come espressione agonistica, ma se ci limitiamo a cercare solo il più forte ci perdiamo i valori più sani, che sono un diritto di tutti».
La politica può e deve prendere spunto dagli atleti Special Olympics. «La fretta o gli interessi particolari spesso possono distogliere l’attenzione dalle cose che contano – conclude Alessandro Palazzotti – e, se il mondo della politica mi chiedesse come poter accelerare il cambiamento della nostra società perché sia più attenta ai diritti delle persone con disabilità intellettive, proporrei di parlare direttamente con i nostri atleti, che con la loro semplicità indicherebbero le priorità, i bisogni, la loro voglia di felicità, che passa attraverso le opportunità».