Prosa e Opera: al Teatro Nazionale di Genova debutta "Il giro di vite- The turn of the Screw"

Inaugurazione congiunta con il Teatro Carlo Felice, con la celebre ghost story di Henry James che diventa un doppio spettacolo

08/10/2024
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Una straordinaria inaugurazione congiunta delle stagioni del Teatro Nazionale di  Genova e dell’Opera Carlo Felice. Davide Livermore mette in scena la celebre ghost  story di Henry James con un doppio spettacolo: un nuovo adattamento in prosa e  l’opera di Britten diretta da Riccardo Minasi.  In una villa isolata nella campagna inglese di fine Ottocento, una giovane istitutrice si convince che i  due bambini a lei affidati dialoghino con sinistre presenze, diretta emanazione del Male. Scritta da Henry James nel 1898, The Turn of the Screw è una storia di fantasmi e indicibili segreti, in  cui i topos del genere horror si affiancano a una finissima indagine psicologica. Il regista Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova, porta a teatro il celebrato  racconto in una doppia versione, offrendo al pubblico la possibilità di vedere nella stessa sera un nuovo  adattamento in prosa e la meravigliosa opera di Benjamin Britten, con Riccardo Minasi, direttore  musicale della Fondazione Teatro Carlo Felice, chiamato a dirigere l’Orchestra dell’Opera Carlo  Felice Genova. Nato grazie alla sinergia tra il Teatro Nazionale di Genova e l’Opera Carlo Felice Genova, Il giro di  vite / The Turn of the Screw si presenta come un progetto unico in Italia ed in Europa.  Lo spettacolo in prosa e l’opera debuttano in prima assoluta al Teatro Ivo Chiesa il 12 ottobre, una  serata speciale che inaugura congiuntamente le stagioni teatrali delle due istituzioni liguri.  Sarà possibile assistere di seguito ai due spettacoli anche il 13, 16, 18 e 20 ottobre, mentre il 15 e il 19  ottobre e dal 22 al 26 ottobre andrà in scena il solo spettacolo di prosa.  «Questa speciale inaugurazione – afferma Davide Livermore - nasce da una visione: quella di mettere  in dialogo l’Opera Carlo Felice e il Teatro Nazionale di Genova per testimoniare concretamente che  “fare cultura” vuol dire collaborare e aprire le menti, unendo le eccellenze culturali e artistiche di un  territorio. Oltre a questo, c’è il mio personale desiderio di unire per la prima volta il Teatro di Prosa e  l’Opera: due forme d’arte che devono parlarsi, a partire dalla loro radice comune. L’inaugurazione  congiunta di due Stagioni così importanti è un evento di vera eccezionalità, unico e straordinario.  Rappresenta la fioritura di quella radice comune». Il sovrintendente dell’Opera Carlo Felice Claudio Orazi racconta così il progetto: «L’inaugurazione  congiunta della Stagione dell’Opera Carlo Felice Genova e del Teatro Nazionale di Genova rappresenta  un momento unico nel panorama italiano e si fonda sulla volontà condivisa di rendere sempre più  centrale la cooperazione tra le istituzioni culturali del territorio attraverso progetti di alta pregnanza  artistica. L’impegno congiunto, con un team creativo e due cast di alto livello, si rivolge sia al pubblico  dell’opera sia a quello della prosa, con l’obiettivo di offrire una speciale occasione di incontro,  approfondimento e scambio». Sia l’adattamento in prosa realizzato per questa occasione da Carlo Sciaccaluga, drammaturgo e  regista che ha già collaborato più volte con il Teatro Nazionale di Genova, sia l’opera composta da  Benjamin Britten nel 1954 su libretto di Myfawny Piper restano fedeli al testo di Henry James nella trama e nell’inquietante atmosfera che avvolge gli spettatori. La scenografia di Manuel Zuriaga, condivisa da entrambi gli spettacoli, suggerisce una dimora  borghese e claustrofobica, che da rifugio diviene rapidamente il luogo del dolore e dell’abuso, mentre prospettive e percezione della realtà mutano angosciosamente, lasciandoci in dubbio su ciò a cui  credere.  Il crescendo orroroso della drammaturgia si rispecchia nella raffinata scrittura orchestrale dell’opera, tra  le più innovative e rappresentative scritte dal grande compositore inglese.  Il Male esiste? Siamo noi a decidere di farlo o è il Male stesso a contaminarci e renderci suoi servi? Emblematica e straziante, questa storia di fantasmi - che precede di poco l’avvento di Freud e della  psicoanalisi - tocca tutti noi, lasciandoci con l’oscura sensazione che il Male, qui ancora più terribile  perché rivolto verso i due bambini, non conosca soluzione.  «Il giro di vite - dice il drammaturgo Carlo Sciaccaluga - è una storia fantastica ma con tratti  psicologicamente così realistici da straziarci. Adattare il lungo racconto per la scena è un’operazione  non immediata, perché James affida la narrazione e la suggestione a lunghi monologhi interiori e a  dettagliatissime descrizioni. Noi abbiamo scelto di partire dal racconto: la novità più sostanziale è  l’alternarsi di scene agite e dialogate, quasi da classico teatro borghese, e parti narrative che  assumono valenza di auto-coro». Protagonisti dello spettacolo di prosa gli attori Linda Gennari, Gaia Aprea, Aleph Viola, Virginia  Campolucci, Luigi Bignone, Ludovica Iannetti. Nell’opera i cantanti Valentino Buzza, Karen Gardeazabal, Oliver Barlow, Lucy Barlow, Polly  Leech, Marianna Mappa, accompagnati dall’Orchestra dell’Opera Carlo Felice. Sul podio il maestro  concertatore e direttore Riccardo Minasi che spiega: «La partitura di The Turn of the Screw è costruita  ricalcando il profilo di un enorme tema con variazioni, e rappresenta forse un caso unico nel Novecento  per la sua formidabile ricchezza inventiva. Ogni gesto, ogni pausa, ogni azione teatrale è fissata con  precisione quasi maniacale. Ciò rende l’opera una vera sfida per gli esecutori, chiamati a trasformare la  complessità di una scrittura così rigorosa e vincolante in una resa quanto più naturale possibile». I costumi per entrambi gli spettacoli sono di Mariana Fracasso, le luci di Antonio Castro, in  collaborazione con Nadia García per l’opera. Le musiche originali e gli arrangiamenti nello spettacolo di  prosa sono di Giua.  

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