Cna Piemonte accoglie con soddisfazione l’ingresso della cucina italiana nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità: un riconoscimento che premia il lavoro delle imprese artigiane e delle filiere agroalimentari del territorio.
Il presidente Giovanni Genovesio parla di un successo nazionale, reso possibile anche dall’impegno istituzionale del Governo italiano. In particolare sottolinea l’attenzione della presidente del consiglio Giorgia Meloni e del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, che hanno ribadito il valore identitario e produttivo della tradizione culinaria sostenendo con decisione la candidatura.
La decisione, approvata all’unanimità dal comitato intergovernativo Unesco riunito a New Delhi, segna un risultato senza precedenti: la cucina italiana è la prima al mondo a entrare nella lista del patrimonio culturale immateriale nella sua interezza. L’organizzazione la definisce «una miscela culturale e sociale di tradizioni» capace di «creare legami, favorire inclusione, promuovere benessere e trasmettere conoscenze attraverso le generazioni».
Con questa iscrizione l’Italia rafforza un primato unico, poiché 9 delle 21 tradizioni nazionali riconosciute dall’unesco riguardano il cibo e la cultura gastronomica. Genovesio evidenzia come il traguardo offra al Piemonte nuove opportunità per valorizzare le eccellenze locali, consolidare le filiere e promuovere qualità, formazione e sostenibilità a beneficio delle imprese del territorio.
Anche l’assessore al commercio, agricoltura e cibo della Regione Piemonte Paolo Bongioanni esprime grande soddisfazione per la proclamazione della cucina italiana a patrimonio mondiale dell’umanità Unesco, ufficializzata a New Delhi. «La cucina italiana è ora patrimonio mondiale dell’umanità Unesco, prima cucina al mondo a ottenere questo riconoscimento» – afferma Bongioanni, ringraziando il ministro Francesco Lollobrigida per il sostegno alla candidatura condivisa e promossa anche dal Piemonte.
L’assessore sottolinea come la regione rappresenti una parte essenziale di questa identità, grazie a prodotti e preparazioni che incarnano gli aspetti storici, sociali e relazionali premiati dall’organizzazione. Ricorda la convivialità delle famiglie contadine, la trasmissione intergenerazionale dei saperi, l’attenzione alle materie prime, la cultura del riuso espressa nelle paste ripiene come agnolotti e plin e l’apporto degli scambi culturali che hanno arricchito la tradizione. Aggiunge inoltre come il Piemonte sia stato la culla dell’approccio ‘slow’, destinato a influenzare a livello globale il rapporto con il cibo.
Grazie a queste caratteristiche, la cucina italiana si conferma anche in Piemonte un potente vettore di sviluppo, capace di unire l’intera filiera.
«Dalle nostre aziende produttrici alle interpretazioni dei grandi chef, dalla tutela delle produzioni alla loro promozione sui mercati, la cucina è una voce fondamentale dell’economia e del turismo in Piemonte» – sottolinea Bongioanni.
Nel 2024, nelle colline di Langhe Roero e Monferrato, il turismo enogastronomico ha registrato oltre 690 mila arrivi e più di 1 milione e 500 mila presenze, con aumenti del 4,0 per cento e del 5,1 per cento rispetto all’anno precedente e una spesa media che sfiora i 300 euro a notte.
Ascom Confcommercio Torino e provincia ed Epat – l’associazione dei pubblici esercizi di Torino – hanno sostenuto con forza la candidatura, impegnandosi attivamente nella campagna nazionale «Io amo la cucina italiana» lanciata da Fipe, che ha visto il coinvolgimento in una mobilitazione diffusa di 1.500 ristoranti a Torino e provincia.
«Abbiamo creduto fin dall’inizio nel valore profondo della cucina italiana come patrimonio di cultura, relazioni e identità– dichiara Maria Luisa Coppa, presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia – e per questo ora siamo felici e orgogliosi del riconoscimento Unesco: una vittoria che premia non solo l’Italia, ma ogni singolo ristoratore che ogni giorno vive e tramanda questa eredità».
«Ringraziamo tutti i ristoratori che hanno aderito con entusiasmo – dichiara – dimostrando che la cucina è molto più di un’attività economica: è cultura viva, fatta di studio, ricerca, passione, gesti, stagioni e prodotti. È parte della nostra quotidianità, ma anche uno straordinario motore di attrazione turistica: sempre più viaggiatori scelgono l’Italia, il Piemonte e Torino, in particolare, per scoprire sapori autentici, tradizioni regionali e nuove esperienze enogastronomiche».
A sottolineare l’importanza culturale e sociale di questo traguardo, anche le parole del presidente di Epat, Vincenzo Nasi: «Per la prima volta al mondo una cucina nazionale viene riconosciuta come un modello culturale. Un riconoscimento al nostro modo di ‘ospitare’ e alla nostra tradizione enogastronomica unica: alle nostre cucine regionali, alle nostre tradizioni familiari, ai nostri territori e alle nostre materie prime. La nostra cucina racconta storie, territori, stagioni e identità. Questo riconoscimento celebra proprio la capacità di restituire, attraverso la nostra cucina, l’anima del nostro Paese, ed è una grande gioia».
La campagna «Io amo la cucina italiana» ha visto la partecipazione attiva di chef, ristoratori, istituzioni e dei giovani studenti e studentesse dell’Its Academy Turismo Piemonte, che hanno sensibilizzato le attività di ristorazione del territorio. Un’azione corale che ha preso vita nei ristoranti, nelle scuole, sui social e nei cuori di chi ama e vive la cucina italiana ogni giorno.