Truffa ecobonus in Piemonte e Liguria, sette arresti per truffa aggravata

Inchiesta della guardia di finanza partita nel 2022 dalla provincia di Como

GDG 18/09/2024
La Guardia di Finanza ha sequestrato il cantiere a Milano.jpg - {La Guardia di Finanza ha sequestrato il cantiere a Milano.jpg} - [4325]
Falsi crediti di imposta a fronte di ristrutturazioni, lavori di efficientamento energetico e di restauro delle facciate effettuati prevalentemente in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia. Alcuni immobili erano addirittura inesistenti e c'erano anche dei falsi contratti di appalto, risultati stipulati con clienti del tutto ignari. Tutto è stato scoperto da una indagine scrupolosa della guardia di finanza di Como che ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 7 persone (sei in carcere e una ai domiciliari) nell’ambito dell’indagine "Casa fantasma". Un’inchiesta che ha permesso di smantellare un sodalizio dedito alle frodi in materia di bonus edilizi (bonus ristrutturazione, ecobonus e bonus facciate). Le indagini, iniziate nel 2022, si sono concentrate su una società con sede a Como che operava nel settore dell’edilizia che, negli ultimi anni, aveva avuto un’esplosione di fatturato passando da ricavi di poche migliaia di euro ad oltre 36 milioni, in assenza di mezzi, attrezzature e personale. È emerso come gli indagati avessero messo in piedi un sofisticato meccanismo fraudolento finalizzato alla creazione, cessione e monetizzazione di falsi crediti d’imposta per lavori mai eseguiti ovvero iniziati e mai completati, per complessivi 36.413.735 euro. I finanzieri hanno ricostruito le diverse fasi della frode che prevedeva in un primo tempo, la produzione di documentazione amministrativo contabile completamente falsa necessaria a simulare l’effettuazione dei lavori e creare quindi i presupposti per la fruizione dei bonus. Nello specifico, sono state esaminate 579 comunicazioni presentate dalla società all’Agenzia delle entrate. Nella seconda fase della frode la società provvedeva a cedere a terzi i falsi crediti d’imposta generati ai danni degli ignari committenti risultati fruitori del cd. “sconto in fattura”. La canalizzazione dei crediti è avvenuta in parte verso altri soggetti giuridici che li hanno utilizzati in compensazione nelle proprie dichiarazioni dei redditi ovvero ne hanno fatto oggetto di ulteriori trasferimenti, in parte ceduti ad intermediari finanziari per ottenere l’immediata monetizzazione. Infatti, a fronte di falsi crediti d’imposta pari a 36.413.735 euro, un valore nominale di 14,2 milioni è stato ceduto a terzi soggetti, 12,1 milioni è stato oggetto di cessione ad istituti di credito (ottenendo un corrispettivo di oltre 7,4 mln) mentre la restante parte, pari a 9,9 mln, è risultata nella disponibilità della società. L’ultimo step del meccanismo fraudolento è consistito nella commissione di numerosi reati tributari, mediante il ricorso a quattro società “cartiere”, al duplice fine di drenare la liquidità accumulata con la monetizzazione dei falsi crediti e di abbattere la tassazione sui redditi e l’IVA originatasi dall’ingente mole di fatturato derivante dall’esecuzione dei falsi lavori edili. Al termine delle indagini il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Como, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto l’esecuzione di misure cautelari nei confronti dei 7 soggetti ritenuti responsabili, in concorso, dei reati di truffa aggravata. Previsto anche il sequestro preventivo diretto e per equivalente di beni riconducibili agli indagati fino a 28,5 milioni di euro come profitto del reato di truffa aggravata ai danni delle Stato e dei reati tributari e il sequestro impeditivo dei crediti d’imposta fittizi nella disponibilità della società.
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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