Processo Morandi, i pm chiedono 18 anni e 6 mesi per Castellucci

Secondo i magistrati era «come lord Voldemort». I suoi legali: «Spaventoso e inaccettabile». I parenti delle vittime: «Richiesta giusta, ma andrà ai domiciliari»

15/10/2025
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Diciotto anni e sei mesi di carcere. È la richiesta dei pm Walter Cotugno e Marco Airoldi per l’ex amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci, al processoper il crollo del ponte Morandim che il 14 agosto 2018 provocò 43 vittime.
«La richiesta massima per gli elementi di gravità contro di lui», hanno detto i pm. Si chiude così l’ultima parte della requisitoria della procura di Genova iniziata a giugno. L’ex top manager non ha assistito alla richiesta: è nel  detenuto nel carcere di Opera, dopo la condanna definitiva a sei anni per la strage di Avellino. L’accusa ha dedicato una intera udienza per la figura dell’ex ad sottolineando come sapesse delle condizioni del viadotto dal 2009 ma abbia rinviato gli interventi per seguire la logica di garantire il massimo profitto all’azienda riducendo i costi, facendo delle scelte strategiche che hanno portato al disastro. «Un’enciclopedia di elementi negativi per Castellucci, tutti uno più grave dell’altro. Qua siamo al massimo livello di colpa possibile. Perché si è comportato così Castellucci? Per profitto, prestigio personale, benefit vari, carriera. Perché gli piaceva garantire agli azionisti dividendi enormi. L’allora ad - questo il ragionamento del pm - era come lord Voldemort che non si può nemmeno nominare. Aveva creato un clima tale che quando scrivevano di lui mettevano i puntini». Dopo l’ex amministratore, la procura chiederà condanne e assoluzioni, per prescrizione, per gli altri 56 imputati. Le due società Aspi e Spea (la controllata che si occupava della sorveglianza) sono uscite dal processo dopo avere patteggiato. Hanno pagato nel complesso 29 milioni, hanno risarcito in via stragiudiziale quasi tutti i parenti delle vittime e finanziato la costruzione del nuovo viadotto.
   La richiesta di pena è stata ascoltata dai parenti delle vittime che erano in aula, rappresentate dalla portavoce Egle Possetti, che nel crollo perse la sorella e due nipoti, oltre al cognato. Dopo oltre 7 anni e un processo fiume, arrivano le richieste dei pm «Siamo frastornati - ha detto la donna - Sicuramente mi è piaciuto molto il discorso del pm che ha fatto un ragionamento lineare sulle enormi responsabilità che ci sono state, sulla continua cecità di fronte alle problematiche di questo ponte che erano perfettamente note negli anni e quindi la richiesta di questa pena elevata è ovviamente per noi molto importante». «Chiaramente sappiamo tutti, come ha anche ricordato il pm, che data l’età dell’imputato ci saranno delle agevolazioni, che poi andrà agli arresti domiciliari. Quindi per noi è essenziale che ci sia una condanna in questo senso, perché rispetto all’età, la condanna sarà essenziale. Direi che per quanto si possa dire c’è soddisfazione in questa prima richiesta».Per niente soddisfatto l’avvocato di Castellucci che ha parlato di  richiesta di pena «inaccettabile». «Mi inorridisce - ha aggiunto l’avvocato Guido Alleva, che con il collega Giovanni Accinni difende l’ex ad di Aspi - è una pena spaventosa». «Ho sentito oggi delle espressioni che trovo inaccettabili all’interno del processo penale nelle valutazioni personali sulla personalità, in particolare del mio assistito, l’ingegnere Castellucci, in uno scenario che è comunque uno scenario, per quanto drammatico, di reati colposi, delle valutazioni che ineriscono alla personalità, alla vita privata e alla soggettività della persona, che sono valutazioni che non possono entrare nel processo penale, che vanno enormemente al di là di ciò che al giudice è richiesto giudicare». Per quanto riguarda l’eventuale influenza che la condanna definitiva per la strage di Avellino potrebbe avere sulla decisione dei giudici di oggi, secondo la difesa «non deve influire perché è una situazione diversa, per la quale l’ingegnere Castellucci sta soffrendo in carcere. Noi discuteremo, conteranno gli argomenti di diritto e di fatto che noi svilupperemo. Quello che io ho trovato oggi difficile da accettare sono le valutazioni del tutto personali sulla personalità e sulla vita della persona che in questo momento si trova in una condizione di minorata difesa personale sul piano umano, psicologico, giuridico e sociale».
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