L'aggressione al cronista del quotidiano La Stampa Andrea Joly da parte di un gruppo di attivisti di CasaPound a Torino non può essere associata direttamente all'attività giornalistica della parte lesa: è così che la procura del capoluogo piemontese ha impostato l'accusa al processo, che vede quattro persone imputate di lesioni e violenza privata. Il tribunale però ha fatto presente che la circostanza dovrà essere verificata e valutata nel corso del dibattimento.
Il quadro emerge dall'ordinanza con cui lo scorso gennaio la giudice Luisa Ferracane ha accettato, nonostante il diniego del pm, la richiesta di costituzione di parte civile del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, della Fnsi, dell'Ordine dei giornalisti del Piemonte e dell'Associazione Stampa Subalpina. Il 21 luglio 2024, a Torino, Joly fu circondato e percosso mentre fotografava una festa in strada davanti a un locale chiamato 'Asso di Bastoni', storico punto di ritrovo dei simpatizzanti della destra torinese. Il pm in aula aveva chiesto di escludere le quattro parti civili "osservando come in imputazione non sia contestata la qualifica della persona offesa come giornalista, poiché il Joly, al momento dei fatti, non si era qualificato e gli imputati non conoscevano tale circostanza".
Per la giudice invece "la circostanza, pur allo stato non emergente dal capo di imputazione", dovrà essere "oggetto di valutazione all'esito dell'istruttoria dibattimentale". Gli organi di rappresentanza dei giornalisti sono quindi legittimati a costituirsi parte civile "come danneggiati dal reato" per chiedere un risarcimento dei danni: il processo accerterà se la richiesta è fondata o meno.
L'udienza di oggi è stata aggiornata al 7 maggio. Ad occuparsi della cosa, come vuole la procedura, sarà un altro giudice.