Ha deciso di rendere una dichiarazione spontanea all'inizio del processo in Corte d'Assise ad Alessandria "prima che questo processo abbia inizio, e prima che lo facciano altri, perché io sono l'unico che ha visto quello che quel giorno è davvero successo". Sono le parole dell'ex Br Lauro Azzolini sui fatti di Cascina Spiotta del 1975.
"Cioè che quel giorno è successo quello che avevo scritto allora, in quella ricostruzione fatta per tutti gli altri compagni delle Br, trovata dai carabinieri mesi dopo a Milano e che è stata nominata più volte dalla pubblica accusa". Azzolini ha raccontato che era presente alla sparatoria e che Mara Cagol aveva le braccia alzate e urlava 'non sparate' l'ultima volta che la ha vista, dicendo di aver appreso solo il giorno dopo della sua morte.
"Bruno d'Alfonso è sconcertato. Cinquant'anni anni di silenzio lasciano un segno fortissimo". Così l'avvocato di parte civile Sergio Favretto ha commentato la dichiarazione spontanea dell'ex brigatista rosso Lauro Azzolini al processo.
Bruno d'Alfonso, il figlio del carabiniere che perse la vita nella sparatoria con i brigatisti, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. "Questa - ha detto l'avvocato Favretto riferendosi alle parole di Azzolini - è una novità assoluta, ma arriva dopo 50 anni e tre anni di lavoro della procura di Torino che ha inchiodato gli imputati. Quindi l'ammissione di oggi avviene perché ci sono prove inconfutabili, che giungono dalle impronte digitali e dall'intercettazioni".
"Abbiamo colto la sofferenza nelle dichiarazioni di Azzolini - ha osservato in aula un altro degli avvocati di parte civile, Guido Salvini - ma sono ancora necessari degli approfondimenti. Il documento contiene parecchi dettagli sulla morte di Mara Cagol, ma su ciò che è successo prima, e su chi ha sparato al carabiniere D'Alfonso, sorvola un po'. Ecco perché il processo deve continuare".