«Qualcuno ha pensato bene di dormire sotto la sua protezione». A riferire che la lapide in memoria del maresciallo della polizia Rosario Berardi, assassinato dalle Brigate Rosse il 10 marzo 1978, è stata usata come dormitorio è il figlio Giovanni Berardi.
«Ho sempre il dovere - dice - di denunciare questi continui oltraggi, dei quali non so dare ragioni. Con pazienza, gratitudine e un pizzico di rammarico rimango in attesa della conclusione del ripristino definitivo del muro da parte dell'encomiabile Italgas. Era già un po' che non accadeva nulla alla lapide, pensavo che forse non potendo apporre i soliti fiori non potevano rubarmeli né buttarli in terra, come accade spesso, così ero meno preoccupato».
«A più di quarantasette anni dell'anniversario dell'assassinio di mio padre compiuto da Brigate Rosse partito armato per il comunismo, questa lapide - conclude - non ha pace. Non so assolutamente perché questo avviene. Purtroppo qui a Torino le lapidi come questa sono tante e di varie epoche ,ma perché questo oltraggio avviene solo a questa lapide? La fatica è tanta e il dolore è sempre vivo, quando mi chiedo perché sono costretto a constatare che ancora mi viene negata dopo tanto tempo persino un po' di pace».