L’Italia è il primo Paese produttore di riso in Europa e celebra un 2025 che vede cadere l’ottantesimo anniversario del Carnaroli ed il centenario del primo incrocio varietale di un’eccellenza celebrata anche all’estero, oltre che simbolo di biodiversità con quasi duecento tipologie coltivate.
Un compleanno importante per un settore che vede il Piemonte il maggior produttore di riso, a livello italiano, con 8 milioni di quintali, circa 1900 aziende per un totale di 117 mila ettari.
Prioritario, dunque, tutelare la produzione di riso Made in Italy che garantisce oltre il 50% dell’intera produzione di riso della Ue di cui è il primo fornitore, con una gamma di varietà e un livello di qualità uniche al mondo con 9 risaie su 10 concentrate fra la Lombardia, Veneto e Piemonte. A livello provinciale il riso Made in Alessandria conta circa 7.800 ettari, per totale di 531.383 quintali, concentrati nella zona del Casalese.
“Vista l’importanza economica della nostra risicoltura, va messa in atto ogni misura di sostegno e, come abbiamo più volte rimarcato, è necessario realizzare un piano invasi con sistemi di pompaggio per assicurare alle imprese la disponibilità di acqua, particolarmente utile proprio nel caso di una coltura come il riso. Un cambio di passo a livello infrastrutturale che limiterebbe i problemi causati da siccità e alluvioni evitando, una volta per tutte, di dover continuare a inseguire le emergenze”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
I primati delle risaie nazionali sono stati al centro dell’incontro "Celebriamo insieme l'anno del riso italiano", organizzato a Tuttofood, alla presenza del Presidente e del Segretario generale di Coldiretti Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo, del ministro dell'agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, e di Roberto Magnaghi, Direttore Generale Ente Nazionale Risi.
Ad intervenire Cristina Brizzolari, Presidente Coldiretti Piemonte e membro di Giunta nazionale Coldiretti con delega alla risicoltura, che ha rimarcato l’importanza di celebrare il riso e l’ecosistema della risaia, un presidio ambientale, in cui l’acqua è la risorsa principe che non viene assolutamente sprecata, ma bensì utilizzata per produrre uno degli ingredienti fondamentali della nostra alimentazione.
Un momento di confronto sulle strategie necessarie per tutelare un patrimonio del Made in Italy a tavola e non solo, considerato l’elevato valore ambientale di questa coltivazione. Nel 2024 le esportazioni di riso italiano hanno sfiorato i 720 milioni di chili, in aumento del 9% rispetto all’anno precedente, con la Germania primo mercato, seguita dalla Francia.
A pesare sul futuro dei risicoltori italiani è però anche la concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, che rischiano di essere ulteriormente favorite dalla stipula di accordi commerciali senza il rispetto del principio di reciprocità, a partire da quello con i Paesi del Mercosur.
“Ad incidere è soprattutto l’assenza di reciprocità, consentendo l’ingresso agevolato di prodotti coltivati usando sostanze vietate nella Ue da decenni, come nel caso del triciclazolo – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. La Commissione Europea ha peraltro recentemente annunciato l’intenzione di riaprire i negoziati per un accordo di libero scambio proprio con il Paese indiano, che è il maggior esportatore mondiale e che potrebbe così inondare il mercato Ue di prodotto a dazio zero, con il rischio di mettere all’angolo quello nazionale”.