Il segretario di Più Europa Magi contro il ministro Nordio e la Procura di Torino

Il nodo del contendere sono le conseguenze dell'archiviazione delle accuse per la coltivazione di cannabis lightda parte del giudice e per il materiale dissequestrato che ora risulta inutilizzabile

Carlo Santori 06/09/2025
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«Due anni fa la procura di Torino ha lanciato una maxi inchiesta contro la cannabis light. Sono state sequestrate due tonnellate di infiorescenze di cannabis light, per un valore stimato di 18 milioni di euro, mentre sono stati perquisiti 49 punti vendita, società agricole e distributori automatici tra Torino, Cuneo, Forlì-Cesena, Lecce, Milano, Monza-Brianza e Rimini. A causa di questa inchiesta molte aziende hanno dovuto chiudere ancora prima che entrasse in vigore il ddl sicurezza, mandando in fallimento centinaia di imprenditori, per lo più giovani. Il risultato dell'inchiesta? Un nulla di fatto, con l'archiviazione delle accuse da parte del giudice e il materiale dissequestrato che ora è inutilizzabile e che dovrà andare al macero». Questa la denuncia del segretario di Più Europa Riccardo Magi.

«Un totale buco nell'acqua prodotto dalla cultura proibizionista che fa solo danni, ma che questo governo ha deciso di irrigidire attraverso il ddl sicurezza. Chi risarcirà gli imprenditori, gli agricoltori, i titolari dei punti vendita? Tutto questo per proibire una sostanza che non ha alcun effetto stupefacente ma che ha la colpa di essere un estratto della canapa. Dalla caccia alle streghe a una caccia alle piante che produce immani danni alle persone coinvolte, perseguitate dalle procure e da questo governo proibizionista. Dal ministro Nordio che ogni giorno attacca la magistratura ci saremmo aspettati anche una parola su questa vergognosa vicenda che ha lasciato sul lastrico centinaia di persone».

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