GDF sgomina un'impresa «apri e chiudi»

Assicurati alla giustizia tre imprenditori di etnia cinese operanti in quattro empori

Carlo Santori 14/07/2024
Immagine Foto Guardia di Finanza.jpg - {Immagine Foto Guardia di Finanza.jpg} - [1973]

Il personale del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino ha scoperto un’evasione fiscale di 4 milioni di euro di redditi non dichiarati al Fisco e di circa 1,5 milioni di euro di imposta sul valore aggiunto non versati all’Erario e  28 lavoratori ‘in nero’ oppure irregolari.
I militari hanno anche sequestrato circa 28.500 articoli (materiale per ufficio e minuta falegnameria) contraffatti oppure insicuri.
L’attività è scaturita da un normale controllo sull’avvenuta emissione dei corrispettivi telematici eseguito nel febbraio del 2023 dai finanzieri del Gruppo di Orbassano presso un esercizio commerciale di Carmagnola (Torino), tipo «gran bazar». I successivi accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza hanno consentito di individuare e disarticolare un sodalizio criminoso costituito da tre imprenditori – collegati tra di loro avendo le attività una comune legale rappresentante, una cittadina cinese – operanti in quattro diversi empori ubicati nella Città Metropolitana di Torino.
I gestori erano soggetti di etnia cinese che, una volta divenuti insolventi nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, trasferivano il complesso aziendale (personale, attrezzature e magazzino) a una diversa impresa costituita ad hoc, 

mutando così – almeno formalmente – la ragione sociale e il numero di partita Iva, ma continuando, di fatto, a operare con i medesimi clienti e fornitori.
Le imprese avevano un orizzonte operativo pari a massimo tre esercizi finanziari, nel corso dei quali non venivano mai pagate le imposte. Una frode fiscale in piena regola, nota come metodo «apri e chiudi». Veniva, inoltre, adoperata manodopera ‘in nero’ o irregolare, senza che fossero quindi corrisposti i contributi lavorativi spettanti.
Oltre alle irregolarità fiscali, l’attività ha consentito di scoprire anche un cupo scenario di verosimile sfruttamento della manodopera e di grave degrado sociale.
In particolare, nel corso del controllo presso l’emporio a Santena (Torino), è stato individuato al piano sovrastante un locale a uso dormitorio, all’interno del quale erano state ricavate abusivamente otto camere da letto, ciascuna capace di ospitare sino a tre persone.
Nei locali in cui le persone dormivano – umidi, con macchie di muffa sulle pareti e sprovvisti di riscaldamento – erano presenti oggetti infiammabili e bombole alimentate a gpl. Mancavano, inoltre, i dispositivi antincendio.

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