Elezioni in Liguria, le indecisioni della sinistra

Luca Pastorino e Roberta Pinotti le alternative a Orlando che piace a pochi

Diego PIstacchi 28/07/2024
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Luca Pastorino e Andrea Orlando
Domani verrà scelta la data delle elezioni in Liguria, e nella clessidra ha già iniziato a scorrere la sabbia. Una campagna elettorale estate-autunno complica la situazione già difficile per il poco tempo a disposizione. Specie quando la scelta del candidato presidente non è così scontata.
Se nel centrodestra si attende l’accettazione di Edoardo Rixi, che però dovrebbe lasciare il prestigioso incarico di vice ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, nel centrosinistra i contatti informali volano sulle chat. Perché il nome di Andrea Orlando non scalda i cuori. Il suo «merito» maggiore sarebbe quello di lasciare il posto in Parlamento, che andrebbe a premiare Alberto Pandolfo, terzo della lista proporzionale in Liguria. Il M5S non vorrebbe accettare la figura del deputato dem che peraltro anche all’interno del partito non è visto benissimo da tutti. Non a caso le alternative sarebbero al momento sempre di area Pd. Il nome che piace a molti è quello di Luca Pastorino, sindaco di Bogliasco e parlamentare prima uscito poi rientrato nel partito dopo l’elezione a segretaria di Elly Schlein.  Da tempo non si parla più della sua candidatura, lui stesso si è defilato. Moderato nei toni, ma anche presente alla manifestazione per le dimissioni di Toti che tanto è piaciuta alla sinistra forcaiola. Tutti indicatori che potrebbero essere molti chiari. 
A sinistra è iniziato a circolare anche un nome da «usato sicuro», la cui disponibilità è tuttavia ben lungi dall’essere scontata. Roberta Pinotti da anni si è allontanata dalla politica attiva, almeno per quanto riguarda l’assunzione di incarichi diretti nelle istituzioni. Esperienza, notorietà e buoni rapporti non le mancano, ma già Orlando viene visto come il classico esponente di partito che ritorna e che non dà alcuna immagine di novità, Roberta Pinotti ha anche alle spalle un terzo posto su tre candidati alle primarie del 2012 per il sindaco di Genova, quando la sinistra scelse Marco Doria e l’ex deputata venne superata persino da Marta Vincenzi appena travolta dalle polemiche sull’alluvione. 
L’esperienza fallimentare di Ferruccio Sansa, sia in quanto esponente «civico», sia in quanto rappresentante dell’ala più estrema della sinistra, sconsiglia nuovi tentativi in una direzione simile. I partiti dell’opposizione non vorrebbero però lasciare al Pd anche il candidato presidente, ben sapendo che i dem hanno deciso di allestire una lista di nomi tutti molti competitivi, e in grado di recuperare quasi tutti i voti del campo più o meno largo che sia, lasciando agli alleati le briciole.
Il Pd è già infatti molto avanti con la stesura della lista e sul collegio di Genova si presenteranno tanti campioni di preferenze, nella consapevolezza che, anche in caso di vittoria, almeno la metà di loro non entrerà in consiglio. Una tattica che punta al recupero del titolo di primo partito in Liguria, seppure platonico in caso di sconfitta, ma soprattutto alla raccolta di quanti più seggi possibili. Ovviamente a danno di chi faticherà a far eleggere propri rappresentanti.
In questi giorni i contatti si intensificheranno anche a livello di partiti, coinvolgendo i vertici romani. I nomi noti anche fuori Genova anche per questo sono avvantaggiati, rispetto a quelli graditi ai circoli e ai maggiorenti locali.
In Liguria si profila comunque una sfida politica. Al netto di quanto ripetono spesso gli esponenti del centrodestra, mancherebbero i tempi per presentare in così poco tempo una figura civica, che non abbia fatto politica attiva e non conosca tutti i temi regionali. Anche il miglior candidato estraneo ai partiti o alle istituzioni non avrebbe il tempo di «formarsi» per affrontare una campagna elettorale breve e intensa.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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