Domani è il giorno del candidato ligure di centrodestra

Vertice romano per scegliere tra Cavo e Rixi, sulla base del sondaggio

Diego Pistacchi 08/09/2024
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Edoardo Rixi e Ilaria Cavo
L’attesa è (dovrebbe essere) finita. Domani è in programma a Roma il vertice del centrodestra chiamato a indicare il nome del candidato presidente per la Liguria. Con questo appuntamento finiranno anche tutte le indiscrezioni e le «promozioni» che negli ultimi giorni hanno visto alternarsi  su testate, siti e social network le più disparate previsioni sui favoriti, a secondo della fonte che produceva l’informazione.
Persino il tanto atteso sondaggio commissionato per interpretare quale sia il profilo preferito dai cittadini, è stato in qualche modo «anticipato» da più parti con vincitori diversi, segno evidente che sicuramente qualcuno ha bluffato per spingere il candidato più gradito. E alla fine l’indicazione che arriverà da questa consultazione dovrebbe essere scelto dal centrodestra compatto.
Una soluzione che, al netto dell’autostima di molti osservatori che dimenticano quando vaticinavano la scontata vittoria di Lella Paita su Giovanni Toti, consentirà agli stessi responsabili dei partiti di compiere una scelta «terza», non inficiata da condizionamenti personali, nella quale si potranno riconoscere tutti senza necessariamente rivendicare una primogenitura. Soprattutto il nome che uscirà dal sondaggio avrà un pregio, che è quello di essere comunque il più apprezzato da quel «territorio» che tutti citano. Perché sarebbe poi oggettivamente difficile sostenere che il «territorio» (parola di per sé astratta quanto abusata) risiederebbe più nel parere di un amico sindaco di un piccolo paesino che non in quello di un campione rappresentativo dei liguri.
Al netto di quelle che sono state le posizioni di questi giorni, domani finiranno le posizioni diverse. Il patto tra gli alleati è chiaro: chi uscirà dal vertice come candidato, avrà l’appoggio incondizionato di tutta la coalizione, anche perché nessuno ha comunque convenienza a giocare per perdere. Anche chi non vedesse indicato il candidato preferito, avrebbe molto da perdere da una sconfitta in Liguria. Il discorso vale certamente per Fratelli d’Italia, primo partito di una coalizione che senza Giovanni Toti non si dimostrerebbe vicente. Ma lo stesso ex presidente della Regione, che registra in questi giorni alcune defezioni dalla Lista che porta il suo nome, non può rischiare di veder svanire completamente tutto il proprio progetto politico. La Lega, rappresentata in Liguria dal viceministro Edoardo Rixi, uno dei papabili candidati presidenti, non potrebbe certo disimpegnarsi neppure in caso la scelta cadesse su altri: specie in un momento in cui i consensi nelle ultime elezioni sono stati in forte calo, indicherebbe il declino di un’intera classe dirigente anche a livello locale. Infine Forza Italia, dopo mesi di ingressi di candidati importanti nelle proprie fila, rischierebbe, in caso di sconfitta, di veder fuori dalla Regione molti nomi eccellenti e di vanficare il massimo sforzo compiuto per tornare a livelli di prestigio.
L’impressione è che, in una campagna elettorale così concentrata, resa ancora più breve dai tempi di scelta, il centrodestra abbia ben chiaro di dover puntare su un profilo politico, che ben conosca quella realtà regionale che un «civico»non farebbe in tempo ad assimilare in così breve tempo. Per questo, al netto di molte schermaglie, domani la scelta sembra ristretta a quelli che fin dall’inizio erano i due nomi in testa alla lista. Edoardo Rixi, che rappresenta da sempre un nome sul quale tutti avevano riposto fiducia ma che dovrebbe sciogliere la propria riserva, e Ilaria Cavo, che si è messa a disposizione e il cui valore è dimostrato dagli attacchi e dalle illazioni subito piovute anche a mezzo stampa sulla sua figura. A sua volta il vice sindaco di Genova Pietro Piciocchi ha le qualità richieste e il suo è uno dei nomi testati nel sondaggio con Rixi e Cavo, insieme a Stefano Balleari, Lorenzo Cuocolo e Carlo Bagnasco. Gli altri, frutto di fughe in avanti di singole componenti o di autocandidature, sembrano decisamente un passo indietro. E se sarà uno tra Cavo e Rixi, il centrodestra avrà solo da mettere pancia a terra per farsi perdonare di aver buttato via almeno due o tre settimane per tornare a quello che era il punto di partenza, nella consapevolezza che aveva da subito individuato i profili indicati come vincenti anche dal sondaggio di Euromedia Research.
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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