Malcontento palpabile, all’indomani della chiusura di Calici e forchette, l’evento eno-gastronomico principe dell’autunno monregalese. E proprio perché ammantata di regalità, ci si aspettava decisamente di più, dalla manifestazione. Che invece, di primo acchito e a meno di ventiquattr’ore dalla chiusura, sembra aver lasciato un ampio strascico di delusione tra visitatori e frequentatori. Non è stato sufficiente un trittico di giorni di tempo atmosferico favoloso: quello, certamente, ha aiutato la ‘movida’, intesa come flusso di persone che si è mosso da e in Mondovì per visitare la città in occasione dell’evento. Ma è stato l’evento stesso - a parere di molti - a mancare, mentre positive sono state le iniziative collaterali che (come sottolineato durante l’inaugurazione) hanno portato alla scoperta della città. Bene anche la Fiera del tartufo, con buoni riscontri da parte del mercato, seppur sia stato relegato in spazi più angusti e bui rispetto al passato; bene le curiosità, come la mostra delle opere dipinte con il vino; bene, come dicevamo, l’afflusso di persone, così come il discorso ‘di territorio’ anche se la collisione con altri eventi con tematiche simili (uno su tutti: la partecipatissima Cisrà a Dogliani) di certo non ha aiutato. Un percorso espositivo avvertito come troppo ‘povero’, scarsamente segnalato (mancavano, quest’anno, le decorazioni aeree che lo scorso anno segnavano il cammino, oltre ad abbellire la città) ed eccessivamente dispersivo ha inciso in modo pesantemente negativo sull’andamento della manifestazione, e sul giudizio degli utenti che sui social ci sono andati anche abbastanza pesanti. Insomma, al suo secondo anno ‘Calici e forchette’ è già da ripensare o rivoluzionare? Ne abbiamo parlato con l’assessore alle Manifestazioni Alessandro Terreno.
Assessore, come valuta l’evento?
Come ogni manifestazione ha lati positivi e lati negativi. Sono molto positivi i dati dei flussi, cioè le presenze e le visite in città ed ai monumenti. Negativa, invece, la percezione di dispersione: anche io ho avuto riscontri di persone che mi hanno riferito che qualcosa non ha funzionato.
Non posso nascondere un’insoddisfazione generale perché si poteva e si doveva fare meglio. Non ero soddisfatto per Tony Effe, per Ernia, per la Notte Bianca, per Bob Sinclar, figuriamoci, dunque, se lo sono oggi. Ma dobbiamo guardare avanti con fiducia e programmare le prossime manifestazioni con spirito costruttivo. L’alto numero di passaggi ai luoghi culturali (superiore, ad esempio, a quello dello scorso anno) dimostra l’attrattività della nostra città e di questo dobbiamo essere consapevoli.
Percorso troppo lungo e con molti vuoti. È d’accordo? Occorrerà modificarlo?
Era il primo tentativo sul percorso espositivo che va da piazza Ferrero a piazza Santa Maria Maggiore e questo non verrà modificato anzi verrà ulteriormente incrementato. Chi ha buona memoria ricorderà, infatti, che l’anno scorso la chiusura di corso Statuto creò una marea di polemiche, anche perché per metà era vuoto. Giusta quindi l’apertura di corso Statuto con la concentrazione del percorso espositivo nel centro storico da poco riqualificato, ma era necessario accrescere (e di molto) il numero degli espositori. Siccome inserire gli stand in via Beccaria, via Sant’Agostino e via Piandellavalle diventa complicato per ragioni di sicurezza e per rispetto nei confronti dei commercianti, bisogna lavorare meglio sulle piazze, anche a livello estetico, e sui collegamenti tra queste ultime. Continueremo quindi a investire nella direzione obbligatoria del percorso espositivo perché crediamo possa essere una scommessa vincente a medio-lungo termine, ma ci vuole evidentemente del tempo Voglio ringraziare i commercianti perché hanno tenuto aperto ed i visitatori hanno apprezzato tutto questo: il percorso espositivo lo abbiamo pensato proprio per questo. Certamente dovremo dislocare meglio, e con meno frammentazione, gli espositori.
Espositori non in gran numero, ne converrà. Non si poteva fare di più?
Probabilmente sì: partendo prima con l’organizzazione. E questo è stato uno dei nostri errori, che non commetteremo nuovamente. Credo, però, che la ricerca della qualità vada proseguita: le aziende agricole monregalesi, i produttori delle DE.CO, i trifolao e le osterie dei golosi rappresentano eccellenze irrinunciabili.
Quest’anno è cambiato il soggetto organizzatore, succederà anche il prossimo anno? In tal caso, ci saranno dei punti fermi dai quali non si potrà prescindere?
L’organizzatore viene individuato tramite bando. I punti fermi li decideremo in una assemblea aperta a tutti gli interessati: è giusto che le tante critiche ed i tanti suggerimenti che sto leggendo trovino un momento di confronto pubblico.