Ancora guai da Milano

L’assessore all’Urbanistica del Comune di Torino Paolo Mazzoleni travolto in Lombardia dalla terza indagine in pochi mesi

Carlo Santori 08/11/2024
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Palazzo civico

Sono quattordici gli indagati nell'inchiesta milanese, una delle tante sulla gestione pericolosa dell’urbanistica in città, che ieri ha portato al sequestro di una residenza universitaria e di due palazzi in realizzazione con appartamenti: il cosiddetto progetto 'Scalo House'.

Tra loro, oltre a costruttori, progettisti e funzionari e dirigenti comunali, torna nuovamente quale indagato Paolo Mazzoleni, in qualità di ex componente della Commissione paesaggio e anche come firmatario del progetto. Mazzoleni è l'attuale assessore all'Urbanistica a Torino. Tra i reati contestati nell'inchiesta abusi edilizi, lottizzazione abusiva e falso, come nelle altre indagini simili. 

Questo «sistema di illegalità manipolatoria e di falsificazione ideologica dei titoli edilizi e alterazione del procedimento», di cui «il caso di via Lepontina 4, Valtellina 38 è solo uno dei fulgidi esempi», non «accenna ad arrestarsi e sembra anzi avere subito un'accelerazione ed essere diventato ancora più pervasivo». Lo scrive il gip di Milano Mattia Fiorentini nel decreto di sequestro dell'area Scalo House, che comprende una residenza universitaria già realizzata e due torri con appartamenti in costruzione, eseguito ieri dal Nucleo di polizia economica finanziaria della Gdf di Milano in una delle tante inchieste del pool guidato dall'aggiunta Tiziana Siciliano, coi pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici.

Al di là della «dichiarazioni di intenti delle circolari numero 3 e 4 di marzo del 2024, dei direttori e dei dirigenti degli uffici dell'edilizia di Milano», scrive il giudice, «non risulta che nel presente caso e in altri enunciati (via Crescenzago, cortile di via Compagnoni, torre di via Stresa, via Anfiteatro, via della Zecca Vecchia etc.) il Gruppo di lavoro del Direttore e dirigenti abbia rivisto le pratiche e compiuto istruttorie, attenendosi alle indicazioni date dal gip, come era stato, appunto, dichiarato che avrebbe fatto». Non è dato sapere, si legge ancora, «nemmeno, ad esempio, quali siano state le iniziative del Gruppo in ordine ai numerosissimi casi di costruzioni in cortile, su cui questa Procura aveva chiesto formalmente di essere informata».

Sono già tre i sequestri di cui sono stati oggetto, negli ultimi mesi, i cantieri di edifici in costruzione a Milano. Nell'istruttoria per arrivare a realizzare il maxi progetto immobiliare Scalo House, a Milano, è stata usata, come evidenziato dai magistrati, anche la curiosa espressione di «virtualmente demolito» per segnalare la costruzione di uno studentato su un edificio che già c'era, in zona scalo Farini. Edificio che, scrive il gip Mattia Fiorentini nel decreto di sequestro, «non è stato affatto demolito, bensì totalmente recuperato e trasformato in un lucrativo studentato». È solo uno dei dettagli che emergono dalle oltre 100 pagine del decreto in cui si descrive passo passo i cinque anni di istruttoria «in tre fasi», dal 2019 in avanti, su quella «lottizzazione abusiva cartolare, posta in essere per camuffare l'omissione del piano attuativo e la violazione di tutte le norme» e per «conseguire abnormi volumetrie con minimi oneri». Una operazione di «maquillage giuridico».

I due «nuovi abnormi edifici residenziali», ossia le torri vicino allo studentato di 13 e 8 piani rispettivamente di 45 e 31 metri, «che hanno riempito il cortile di via Valtellina 38, non potrebbero mai essere considerati una ristrutturazione edilizia». E hanno pure «beneficiato di un rilevante ampliamento del volume, grazie al riconoscimento alla società operatrice della possibilità della 'traslazione'» del volume «dell'edificio di via Lepontina, adibito a studentato» col «riconoscimento della pubblica utilità del servizio».

In questo caso, tra l'altro, la Commissione paesaggio aderì alla relazione «del progettista Paolo Mazzoleni» e «dichiarava falsamente che il progetto era adeguato al contesto e 'che lo spazio aperto preesistente all'intervento non si configurava storicamente come cortile'».

Agli oneri di urbanizzazione del costruttore, inoltre, sarebbe stato applicato, sempre stando agli atti, uno sconto del 60%.

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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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