Amt, le sanzioni non riscosse ammontano a 75milioni

Il vicesindaco Terrile insiste: «Toglieremo la tariffazione agevolata», ma per l’ex presidente Gavuglio pesa la difficoltà di incasso delle multe

Vittorio Magni 17/10/2025
La tariffazione agevolata ha portato un aumento significativo di passeggeri
Sala Rossa gremita, spalti pieni di dipendenti Amt e porte aperte per chi è rimasto fuori. È il giorno della verità sull’azienda del trasporto pubblico, ma la sindaca Silvia Salis non si presenta. Il centrodestra parla di «un segnale di disattenzione verso la città e i lavoratori». A illustrare i conti è il vicesindaco Alessandro Terrile, che parla di perdite tra 71 e 99 milioni di euro nel triennio 2023-2025 e di oltre 100 milioni di debiti verso i fornitori. Per il 2024 il disavanzo stimato oscilla tra 46 e 74 milioni. Terrile ammette che la politica delle tariffe agevolate ha inciso sui ricavi e annuncia una «composizione negoziata» per il risanamento, assicurando che «Amt resterà pubblica».
Le spiegazioni non convincono l’opposizione. Pietro Piciocchi, già vicesindaco e poi sindaco facente funzioni nella giunta Bucci, dice che sono «numeri gonfiati, usati per creare un caso politico». Il centrodestra rivendica di aver lasciato un’azienda in equilibrio e teme che dietro la nuova narrazione ci sia «l’apertura ai privati».
Dopo l’intervento del nuovo presidente Federico Berruti in commissione, arrivano le puntualizzazioni di Ilaria Gavuglio, ex presidente nominata dalla giunta Bucci e oggi direttore generale di Amt. Le sue parole evidenziano una frattura tra vertice e direzione generale, con letture opposte su temi chiave. Gavuglio ricorda che la tariffazione agevolata e gratuita ha portato «15 milioni di passeggeri in più in un anno», ma anche «una perdita immediata di introiti». L’azienda contava su fondi statali per il trasporto pubblico «arrivati in ritardo». Il modello adottato, precisa, era «quello Genova, per spostare i cittadini dal mezzo privato a quello pubblico».
Sul nodo delle multe non riscosse, Gavuglio offre una versione diversa da quella di Berruti: «Le sanzioni ammontano a 100 milioni di euro. Dal 2023 notifichiamo in busta verde e iscriviamo le somme a bilancio. Oggi l’incasso è al 25%, in linea con il 33% ottenuto in cinque anni». Aggiunge che il collegio sindacale aveva segnalato la lentezza dei tempi di riscossione, «che imponeva un supporto bancario per garantire liquidità».
Sui debiti, chiarisce: «I numeri sono giusti, ma 43 milioni riguardano investimenti finanziati che l’azienda deve ancora ricevere dagli enti». Respinge così l’idea di un dissesto strutturale e difende la solidità della gestione precedente.
I sindacati chiedono risorse immediate per pagare fornitori e appalti, tutele per i salari e garanzie sull’occupazione. Avvertono che, senza fondi, rischiano di fermarsi le corse in subappalto alla ditta Riccitelli.
Il centrodestra contesta anche la scelta della maggioranza di non trasmettere la seduta in diretta, giudicandola «una mancanza di trasparenza mentre la città chiede chiarezza».
A quattro mesi dall’insediamento, la giunta Salis affronta la prima vera crisi politica. Da un lato promette di mantenere Amt pubblica, dall’altro non presenta ancora un piano industriale. «Amt è dei genovesi - conclude Piciocchi - e va tutelata con responsabilità, non con la paura».
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