Rientra il 'caso' Carla Forno

La direttrice è tornata al suo posto nel Centro studi Alfieriani

Elena Marchisio 05/12/2024
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Il Cda ha rivisto il provvedimento di sospensione, in accordo con il presidente Mattioda e da oggi la direttrice è tornata al suo posto nel Centro studi Alfieriani.

Con una nota il legale della dottoressa Carla Forno, Luigi Florio ha voluto risottolineare a difesa della sua assistita: "La reintegrazione, con effetto immediato, della dr ssa Carla Forno alla direzione della Fondazione Centro Studi Alfieriani mi pare un atto dovuto, saggiamente deciso dal CdA, a fronte di una sorprendente quanto fantasiosa contestazione disciplinare, con sospensione immediata dal servizio,  decisa in solitudine dal presidente a fine ottobre all'insaputa del consiglio. Per conto della direttrice avevo prontamente contestato come infondate e pretestuose le accuse mossele, ritengo che il CdA, il cui verbale ancora non conosco, abbia preso atto di ciò".

 "La decisione è stata presa per il bene della Fondazione ed è stata sollecitata dallo stesso presidente Enrico Mattioda - rimarca una nota della Fondazione -. Il CdA si è dichiarato d’accordo con il presidente sul fatto che occorre individuare ad Asti del nuovo personale gestionale o amministrativo da affiancare alla dott.ssa Forno e che andranno stabilite nuove regole per armonizzare i compiti del personale stesso e gestire il patrimonio materiale e digitale della Fondazione".

"Ora - si legge ancora nella nota -  l’importante sarà superare il polverone mediatico creato dall’avvocato Florio, che evidentemente non sapeva come controbattere le contestazioni e ha pensato bene di calpestare la deontologia professionale che gli imponeva il silenzio su un procedimento in corso. In questo modo ha creato una falsa narrazione sul 'cattivo' venuto da fuori che vuol minacciare la buona astigiana. Certe dichiarazioni provocate da questa falsa narrazione - e venute da persone che non conoscono i fatti e non hanno pensato di interpellare il presidente - e persino il testo della petizione contenevano menzogne e illazioni diffamatorie. Rispetto a questa situazione è voluta intervenire l’ADI, la Consulta dei docenti universitari di letteratura italiana, che si è rivolta al Ministro della Cultura per condannare il clima intimidatorio e per esprimere solidarietà al presidente Mattioda"

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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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