Europee, il centro "libero" riporta in campo i big
Scajola e Grillo protagonisti a sostegno di Forza Italia. I candidati liguri per Bruxelles
Diego Pistacchi 02/05/2024
Claudio Scajola
Claudio Scajola e Luigi Grillo. La storia di Forza Italia torna a sostenere Forza Italia. «Estremisti» liguri per territorio (uno sindaco di Imperia, l’altro spezzino doc) e centristi per vocazione, tornano protagonisti nella campagna elettorale per le Europee, per la prima consultazione a livello nazionale dopo la morte di Silvio Berlusconi. Scajola, coordinatore del partito che lo stesso fondatore gli affidò per renderlo una struttura politica solida, e Grillo, senatore che consentì con il suo voto la nascita del primo governo Berlusconi, passando dal Ppi nel quale era stato eletto al gruppo azzurro, si erano nel tempo staccati da Forza Italia, a volte anche in netta contrapposizione. Oggi tornano in campo senza mezzi termini.
Claudio Scajola con una netta dichiarazione con indicazione di voto, Gigi Grillo addirittura con una candidatura in prima persona. Un doppio ritorno che scuote il centro e che indica, particolarmente in Liguria, la voglia della «grande spallata» di Forza Italia, decisa a tornare a giocare un ruolo di primissimo piano nello scacchiere politico. In palio ci sono tanti voti fluttuanti, liberi o in libera uscita. Ed entrambi gli schieramenti offrono spazi di manovra.
Nel centrosinistra i ripetuti flop del «campo largo» non aiutano gli indecisi a votare Pd o M5S. L’autocandidatura dei dem che di fatto impongono già Andrea Orlando come possibile «campione» per la coalizione alle future regionali (rinunciando alle Europee) conferma la polarizzazione a sinistra della compagnia. Tanto che i centristi di Azione, rappresentati soprattutto dagli ex Pd Pippo Rossetti e Cristina Lodi), si stanno dando un gran daffare ad aprire circoli e a dare medagliette di coordinatore locali in più comuni possibile. E Italia Viva, con la specialista Raffaella Paita, prosegue nella politica dei due o più forni.
Qualche «pentito» delle proprie scelte passate con il centrosinistra c’è ed è anche di nome. Basti pensare che a Finale Ligure si è candidato sindaco Angelo Berlangieri, in passato assessore della giunta di Claudio Burlando, oggi sostenuto proprio da Forza Italia e Fratelli d’Italia, non dalla Lega e non da alcuni esponenti della Lista Toti, che pure ha lasciato libertà di espressione ai suoi.
Il centro del centrodestra è quindi a sua volta in gran fermento, ma se è pronto a raccogliere voti fuori coalizione, tende non far uscire le preferenze dal proprio recinto e semmai a contendersele internamente. Forza Italia così punta decisamente sul momento di debolezza della Lega. La consigliera regionale Mabel Riolfo ha lasciato il Carroccio e al momento non ha scelto un nuovo partito, ma voci insistenti la danno prossima a un ingresso in Forza Italia. Lei smentisce. È vero che parteciperà all’evento di Milano di «Forza Nord», movimento di Flavio Tosi, a sua volta ex leghista passato a Forza Italia, ma assicura che si tratta di cosa al di sopra dei partiti.
Nel centrodestra c’è poi la caccia ai voti della Lista Toti che, contrariamente a quanto fatto da Noi Moderati a livello nazionale, non ha optato per la partecipazione diretta alle Europee nelle liste di Forza Italia. E lo stesso governatore Giovanni Toti ha ribadito l’invito a sostenere «candidati liguri». Che non sono pochi, ma che hanno anche peso specifico diverso.
Nel senso che per la Lega sembra impresa impossibile tornare a centrare l’elezione di un candidato ligure come cinque anni fa quando Marco Campomenosi, con un partito al 35%, ottenne il seggio all’europarlamento grazie alla rinuncia di Matteo Salvini. Oggi ci riprova Francesco Bruzzone, molto amato su tutto il territorio e campione di preferenze, ma anche consapevole che la sua è soprattutto una candidatura di bandiera per raccogliere più voti possibili al partito. Chi ha chances di spuntarla questa volta è piuttosto Stefano Balleari, esponente di Fratelli d’Italia sempre primo partito nei sondaggi. E a lui potrebbe andare in dote una consistente quota di voti arancioni, Anche se c’è chi preferisce guardare più al centro. Una parte del tesoretto più recenti di Toti confluirà inevitabilmente in Forza Italia, cui hanno aderito alcuni esponenti che hanno seguito l’ex capogruppo in Regione, Angelo Vaccarezza. Anche altri, ancora fedeli a Toti, sosterranno Massimiliano Salini, che ligure non è, ma che sembra sostenuto dallo stato maggiore degli azzurri liguri, al di là della candidatura di Gigi Grillo.
Per questo ieri Carlo Bagnasco, coordinatore regionale di Forza Italia, ha voluto sottolineare la scelta di Scajola: «Ho apprezzato l’appoggio la Forza Italia e al partito popolare europeo in occasione delle prossime elezioni europee con il suo invito a votare per il nostro movimento politico», ha detto. Non senza rilevare però come per il matrimonio perfetto manchi ancora qualcosa: «Dispiace però la chiosa fatta dall’ex Ministro sulle elezioni amministrative di Sanremo dove Forza Italia appoggia convintamente e unanimemente, la candidatura dell’ingegnere Gianni Rolando che sarà sicuramente il prossimo primo cittadino della città matuziana», ha concluso Bagnasco. Il doppio binario tra elezioni locali e nazionali, la scelta a favore delle liste civiche anziché di quelle rappresentate dai simboli di partito alle comunali, continua a rappresentare la caratteristica del centrodestra genovese. E anche la più dura spina nel fianco di Forza Italia, che vede gli stessi propri iscritti compiere scelte in contrasto alla linea del partito. In alcuni casi sono arrivate anche pesanti esclusioni dal partito, come nel caso di Marco Bertagnon a Recco, per il sostegno al candidato sindaco Dario Capurro, o forti mal di pancia, come per la svolta di Giorgio Tasso a Rapallo.
E non è un caso che proprio Forza Italia, in un momento di grande fibrillazione al centro, punti tutto sulle Europee. È l’occasione in cui il campo è più libero. Mancarla darebbe un duro colpo.
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