Il Consiglio Comunale ha approvato nella serata del 15 dicembre 2025 il Bilancio preventivo della Città di Torino, che per il 2026 pareggia a circa 2,3 miliardi di euro.
La votazione è stata preceduta dall’intervento del sindaco Stefano Lo Russo, che ha definito il documento «un orizzonte importante per la nostra città», riconoscendo le difficoltà esistenti ma rivendicando uno spirito di servizio orientato al futuro. Torino, ha sottolineato, «vive un momento importante della sua storia recente», anche grazie alla capacità dimostrata nell’utilizzo dei fondi europei. Se i cronoprogrammi saranno rispettati, il 2026 coinciderà con la conclusione di cantieri strategici e con l’avvio dei lavori della linea 2 della metropolitana.
Secondo il primo cittadino, il Bilancio rappresenta «un messaggio di speranza per Torino» e il confronto in aula si è svolto all’insegna del pragmatismo, del rispetto reciproco e del senso di responsabilità. Un clima che Lo Russo ha auspicato possa proseguire nei prossimi mesi, nel rispetto dei diversi ruoli istituzionali.
Nel suo intervento Lo Russo ha anche annunciato l’approvazione dello schema del nuovo Piano regolatore generale (Prg), che sarà successivamente discusso dalla Sala Rossa.
«Dietro l’elenco delle tavole e delle regole c’è una visione», ha spiegato, concludendo che la politica deve saper cambiare per riconquistare la fiducia di cittadine e cittadini, offrendo un esempio di serietà a chi vive la città, a partire dalle nuove generazioni.
Critica la capogruppo di Forza Italia al Comune di Torino, Federica Scanderebech, secondo la quale il Bilancio è privo di una reale visione strategica e distante dai bisogni quotidiani dei Torinesi. Per Scanderebech, più che risposte ai problemi strutturali della Città, il testo offre «una narrazione patinata», fatta di annunci, conferenze e immagini suggestive, incapace però di incidere sulla realtà di cantieri infiniti, traffico congestionato e servizi in grande difficoltà.
Per la capogruppo azzurra, il documento «certifica immobilismo e assenza di strategia», mentre servirebbe «una guida capace di decidere e di restituire fiducia alla città».
Dura anche sulla questione sicurezza e sul contrasto alla criminalità. «Il presidio del territorio è insufficiente, il personale della Polizia Municipale non viene potenziato e si preferisce concentrare risorse su iniziative che sembrano pensate più per fare cassa che per ristabilire ordine» – conclude Federica Scanderebech.