Caos bus, Amt viaggia verso lo sciopero

Ugl Fna in mobilitazione il 10 novembre. Cgil, Cisl e Uil: «L’azienda non rispetta gli accordi»

Vittorio Magni 05/11/2025
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Autobus che non partono, linee scoperte, turni cambiati all’ultimo momento e autisti costretti a scambiarsi i mezzi sotto la pioggia. Nei depositi si contano decine di vetture ferme, in alcuni casi oltre cento, mentre le linee vengono coperte a fatica e i ritardi si accumulano. È il racconto di un servizio che ogni giorno si sfalda un po’ di più, tra la rabbia degli utenti e la stanchezza di chi cerca di tenere in piedi il trasporto pubblico in condizioni sempre più difficili.
L’Ugl Fna ha proclamato per il 10 novembre uno sciopero che non chiede aumenti, ma sicurezza e dignità. Una protesta che coinvolge tutti i lavoratori di Amt: autisti, manutentori, personale delle rimesse. Il sindacato denuncia una situazione ormai fuori controllo: mancano autobus, autisti e perfino le condizioni minime per lavorare in sicurezza. I turni vengono modificati di continuo e il servizio, spiegano, «si regge solo sulla buona volontà di chi lavora». Non solo. Ugl ricorda di aver proposto di adeguare il servizio ai mezzi e agli autisti effettivamente disponibili, invece di continuare a programmare corse che poi vengono soppresse. E denuncia anche i problemi legati al mancato pagamento delle ditte esterne, che rallenta le riparazioni e blocca molti autobus nei depositi. «I dirigenti dovrebbero venire nei depositi a vedere la situazione con i propri occhi - accusa il segretario Roberto Piccardo – ma non sanno nemmeno dove sono».
Secondo Ugl, la Giunta Salis parla molto di mobilità sostenibile ma trascura le emergenze quotidiane che paralizzano il servizio. «Serve un piano serio e immediato sulla sicurezza - sottolinea il sindacato - perché la situazione è ormai fuori controllo». Nei depositi, aggiunge, molti dei nuovi autobus restano inutilizzati e anche i filobus acquistati per rinnovare la flotta non sarebbero ancora entrati in servizio, tra problemi tecnici e ritardi di omologazione. Sul fronte parallelo, le Rsa di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal denunciano invece il mancato riconoscimento dell’indennità «mancato cambio», prevista dagli accordi quando il servizio termina in località diversa da quella stabilita. Una decisione giudicata arbitraria e offensiva, che alimenta il malcontento in un clima già teso. Genova paga così il prezzo di un sistema che naviga a vista e di un’amministrazione che, finora, non ha saputo dare risposte concrete. 
Il 10 novembre sarà il giorno dello stop: non uno sciopero per soldi, ma per il diritto a lavorare e a viaggiare in condizioni dignitose, in una città che merita un trasporto pubblico all’altezza dei suoi cittadini.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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