Il bilancio in rosso di Amt diventa un giallo

La società cui si è affidata la sindaca ammette: «Nessun lavoro di revisione, riportiamo il sentito dire»

MBott 15/10/2025
Immagine AMT-Genova-Solaris-Urbino-18-metri- (3393805).png - {Immagine AMT-Genova-Solaris-Urbino-18-metri- (3393805).png} - [130767]
Una voragine nei conti Amt. Un buco tra 70 e 90 milioni. Rischio bancarotta. Necessità di un piano straordinario. Niente liquidità per pagare gli stipendi. Corse da tagliare. E chissà quali cure da cavallo. 
Questo, poche settimane fa, il quadro tratteggiato dal Comune per descrivere la situazione della società di trasporto pubblico. Tutto «provato» da un rapporto di una società specializzata. Una notizia choc, specie se si pensa che tutti gli ultimi bilanci erano stati certificati dai revisori dei conti e da una primaria società di fama internazionale quale Deloitte. 
Ieri, un colpo di scena. L’emittente ligure Primocanale pubblica passaggi del famoso rapporto di cui la sindaca Silvia Salis aveva sostenuto che i conti di Amt erano in realtà ben diversi da quelli approvati dalle giunte precedenti, con l’ex sindaco Marco Bucci a metterla in guardia: «Certe affermazioni sono molto gravi, vanno dimostrate, chi le fa se ne prende la responsabilità». Il documento che dovrebbe essere la prova regina, in realtà fin dalle premesse spiega di non aver la pretesa di essere un’analisi economica precisa, né di basarsi su numeri reali provati. Un passaggio è assai eloquente: «Le attività da noi svolte sono finalizzate esclusivamente a riportare le informazioni fornite da Amt, derivanti principalmente da interviste», scrive Pricewaterhouse Coopers Business Services. Cioè i numeri sono quelli che i suoi analisti hanno sentito dire e li hanno presi per buoni, tanto che specificano: «Lo scopo di questo documento non è quello di fornire alcun tipo di garanzia sulle informazioni riportate. Non abbiamo effettuato alcuna attività di revisione né validazione delle informazioni ottenute e, pertanto, non ci assumiamo alcuna responsabilità in merito alla correttezza, completezza e accuratezza delle informazioni forniteci dalla Società».
Già mettere in dubbio bilanci certificati da revisori e società qualificate che i numeri li avevano e li hanno elaborati, basandosi su un lavoro realizzato su interviste, da parte del Comune di Genova sembra quantomeno avventato. Non solo. La PwC Business Services è chiarissima nel mettere in guardia circa il valore del suo elaborato: «I dati e i numeri riportati in questo documento sono da considerarsi provvisori e soggetti a revisione, pertanto tali valori risultanze potrebbero essere suscettibili di ulteriori variazioni anche significative in fase di consolidamento definitivo». Qui le coincidenze si fanno interessanti. Perché effettivamente nel bilancio consolidato (quello che il Comune deve presentare con i bilanci di tutte le società partecipate), i conti definitivi di Amt non ci sono. Non esiste nel «consolidato» il bilancio di Amt che pure dovrebbe esserci. Quindi di cosa stiamo parlando? Su che basi si sono fondate le accuse di conti in rosso tra i 70 ei 90 milioni?
La risposta dovrebbe arrivare dalla sindaca Salis che le accuse le ha lanciate, citando un documento che in realtà la avvertiva di avere numeri «suscettibili di variazioni anche significative»”. Che poi era un po’ quello che era successo quando, a settembre, sempre il Comune aveva accusato la Regione di dover dare soldi per Amt e la sinistra urlava al complotto. Poi si era scoperto che la Regione non solo aveva già pagato la rata di settembre dell’anticipo di cassa (promesso, non dovuto), ma già anche quelle di ottobre e novembre. E che non si era limitata ad anticipare i soldi che il Ministero non aveva ancora dato (per premiare le scelte della giunta Bucci sulla gratuità che avevano incentivato l’uso dei mezzi pubblici), ma addirittura aveva deciso di rifondere Amt del 100% degli investimenti esterni già rendicontati anziché solo il 50% come previsto, dando all’azienda 6 milioni anziché 3. Insomma, la Regione aveva aiutato il Comune ben oltre quanto promesso proprio mentre il nuovo presidente Amt, Federico Berruti si lamentava in maniera del tutto infondata.
I genovesi si sono sentiti dire che improvvisamente Amt da società sana si risveglia a rischio fallimento. Che è stata messa dai nuovi amministratori di sinistra in «composizione assistita», una sorta di gestione per trovare l’accordo con i creditori ed evitare il fallimento. Perché? Questa è la domanda. Cui potrebbe rispondere la preoccupazione dei sindacati che, da qualche giorno, chiedono alla sindaca Salis garanzie sul fatto che non si voglia privatizzare Amt. La sindaca ha sempre giurato di voler mantenere Amt pubblica. Ma finora sempre con le giunte di sinistra si sono tentate le privatizzazioni. E sempre giustificate con problemi di bilancio.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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