«Ebrei, musulmani e cristiani possono convivere insieme»

L’associazione Italia-Israele auspica che l’Amministrazione comunale trovi il modo di valorizzare il rapporto tra le comunità

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Nel secondo anniversario del massacro del 7 ottobre 2023, attuato con atroci crudeltà dai  terroristi di Hamas contro civili ebrei, in prevalenza giovanissimi, il pensiero non può non andare  alle oltre mille vittime di quell’orribile strage, attuata contro persone di diverse nazionalità  colpevoli soltanto di essere ebrei, e ai duecentocinquanta rapiti, molti dei quali uccisi o lasciati  morire di stenti dai loro aguzzini; meno della metà dei rapiti è stata ad oggi liberata e si sa che  quelli ancora in vita sono si e no una trentina. 
Analogamente non possono non piangersi le decine di migliaia di civili palestinesi rimasti  vittime della guerra mossa da Israele ad Hamas nel tentativo di estirpare il gruppo terroristico da  Gaza. 
Se è vero che solo la soluzione “due popoli, due Stati”, sempre rifiutata in passato dai  palestinesi, può portare a una pace duratura in Medio Oriente, occorre prendere atto che l’unico  modo di favorire la pace è lavorare, ognuno per quanto può, per cercare di avvicinare i due popoli. 
Non vanno purtroppo in questa direzione le tante, troppe manifestazioni di antisemitismo e di antisionismo - che sono poi la stessa cosa, come ci ha autorevolmente ricordato anni fa il  presidente Giorgio Napolitano - in cui l’Italia ultimamente sembra primeggiare in Europa, quasi  che in molti attendessero soltanto un motivo per ricominciare ad oltraggiare pubblicamente gli  ebrei, tutti gli ebrei, come non accadeva dai tempi della dittatura fascista. 
In queste ore in cui sembrano aprirsi in Medio Oriente concrete prospettive di pace, o  quantomeno di tregua, l’Associazione Italia Israele di Asti indica l’esempio della comunità gemella di Ma’alot Tarshiha – città martire del terrorismo, che cinquant’anni fa trucidò 21 bambini  in un assalto alle scuole elementari – dove da sempre vivono in armonia ebrei, musulmani e  cristiani. 
Quell’esempio ci dice che la convivenza non solo è possibile ma proficua, come dimostrato  per altro verso dagli accordi di pace e di collaborazione intercorsi negli anni tra molti dei Paesi  arabi, a iniziare da Egitto e Giordania, ed Israele, accordi che hanno posto fine alle guerre che in  passato avevano provocato tante vittime e che stavano per essere perfezionati, prima del 7 ottobre,  anche con l’Arabia Saudita.
Rivolgiamo pertanto un invito all’Amministrazione Comunale, che ci risulta abbia  recentemente riallacciato i contatti con la città gemella israeliana, affinchè si trovi il modo di  valorizzare questo rapporto tra comunità nell’ottica di un auspicabile più vasto processo di pace in  quella martoriata regione. 
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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