A Loano si è svolta la cerimonia di scopertura della pietra d'inciampo in ricordo e in onore di Giovanni Minchiotti

Finanziere deportato a Dachau e sopravvissuto alla prigionia

04/06/2025
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A Loano si è svolta la cerimonia di scopertura della pietra d'inciampo posata a Loano in ricordo e in onore di Giovanni Minchiotti, Finanziere deportato a Dachau e sopravvissuto alla prigionia. Alla cerimonia erano presenti il sindaco di Loano Luca Lettieri con i membri dell'amministrazione comunale, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Colonnello Aldo Noceti, i familiari di Minchiotti, le autorità civili e militari del territorio, le associazioni d'Arma.

Giovanni Minchiotti nacque il 1^ dicembre 1917 a San Giorgio di Lomellina (PV). Nel 1937 si arruolò volontario nel corpo della Guardia di Finanza. Dopo la Scuola Allievi di Predazzo svolse i suoi primi anni di lavoro tra Alto Adige, Trentino e Friuli Venezia Giulia. L'8 settembre 1943 era in servizio a Trieste e, come tanti altri militari, rifiutò di arrendersi ai tedeschi, alla luce del giuramento di fedeltà prestato. Per questo fu arrestato, incarcerato nel carcere triestino del Coroneo e successivamente, il 13 giugno 1944, deportato nel campo di concentramento di Dachau.

Qui Minchiotti rischiò la vita, ma fu salvato dall'umanità di un maresciallo della Wehrmacht, che lo prese “a ben volere”. Questo non solo perché era una persona buona, ma anche perché il figlio del militare, scomparso nella Battaglia di Stalingrado, era nato lo stesso giorno, mese ed anno di Giovanni. Pochi giorni prima di essere mandato a morire, il maresciallo portò Giovanni in salvo: gli fece caricare su una vecchia camionetta alcune sedie inutilizzate e portò lui e un altro prigioniero francese in una fattoria nella foresta. Qui il maresciallo lo abbracciò con grande trasporto (cosa che fece capire a Giovanni che quel saluto era in realtà un addio) e poi andò ad uccidersi nel bosco.

All'arrivo degli americani, la famiglia dei fattori avvisò la Croce Rossa, che si prese cura di lui e ne predispose il rientro in Italia. Giovanni arrivò a Milano il 27 luglio 1945. Reintegrato nel corpo della Guardia di Finanza il 26 agosto 1945, rimase qualche mese a Milano e nel febbraio 1947 fu trasferito in Liguria per motivi di salute. Nel novembre 1947 si sposò con Francesca Provera e insieme alla moglie si stabilì a Loano, dove visse fino al 27 ottobre 1990. Giovanni e la moglie sono sepolti nel cimitero di Loano.

Ora la sua storia di resistenza e di coraggio è ricordata con la posa di una pietra d’inciampo in corso Europa 26, presso lo spazio antistante l’istituto comprensivo Loano-Boissano.

Nel suo intervento, il sindaco di Loano Luca Lettieri ha dichiarato: “Oggi siamo qui riuniti per un momento di profondo significato: la posa della pietra d'inciampo in memoria di Giovanni Minchiotti, finanziere deportato a Dachau, davanti a quella che fu la sua casa fino al 27 ottobre 1990. Non è casuale il luogo scelto: questa casa si affaccia proprio sulle scuole elementari Valerga, un punto centrale della nostra città, attraversato ogni giorno da centinaia di cittadini e scolari. E' qui che abbiamo voluto lasciare un segno tangibile della memoria. Un piccolo segno, ma duraturo, che ci ricorda quanto sia importante non dimenticare”.

“Giovanni Minchiotti fu un uomo dello Stato, un militare fedele al giuramento e ai valori della Costituzione ancor prima che questa esistesse. Dopo 1'8 settembre 1943, come migliaia di militari italiani, rifiutò di collaborare con il nazifascismo. Per questo venne deportato nel campo di concentramento di Dachau. Scelse la dignità, scelse la libertà. E pagò con mesi di sofferenze, umiliazioni e privazioni. Nel 2023, la Repubblica Italiana gli ha conferito la Medaglia d'Oro d'Onore per i Militari Internati e Deportati e la Croce di Guerra. Un riconoscimento doveroso, che ribadisce che la memoria è un dovere dello Stato e della comunità. Ma se oggi siamo qui, lo dobbiamo alla tenacia e alla determinazione di sua figlia, Pinuccia Minchiotti. Con amore e senso del dovere civile, ha voluto restituire al padre un posto nella storia di questa città. Ha saputo coinvolgere e ricevere il sostegno della Guardia di Finanza e del Comune di Loano. Un ringraziamento particolare va al colonnello Noceti, al tenente Magrone, e al tenente (oggi in congedo) e amico Florenzo De Santis. Grazie per aver condiviso e sostenuto con tutti noi questo percorso di memoria”.

“Le pietre d'inciampo non sono monumenti. Sono frammenti di storia quotidiana, posti sul nostro cammino per farci riflettere. Per farci 'inciampare' con la coscienza e ricordarci che ogni giorno siamo chiamati a scegliere da che parte stare. Giovanni Minchiotti non è solo un nome inciso su una pietra. E' una storia di coraggio, una testimonianza silenziosa ma potente, una presenza viva nella nostra comunità. A ragazzi che sono qui oggi, ai cittadini, chiedo di leggere questa pietra. E di chiedervi: 'Chi era quest'uomo?'. Perché nel conoscere lui, conoscerete anche un pezzo della libertà che oggi viviamo. Ringrazio ancora una volta Pinuccia Minchiotti, la Guardia di Finanza, le scuole, l'ufficio tecnico comunale, la mia segreteria e tutti coloro che hanno reso possibile questo gesto. Grazie, Giovanni Minchiotti, per ciò che ci hai lasciato. Che questa pietra sia memoria, esempio e impegno per il futuro”.

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