Askatasuna, una farsa storica

Ennesimo surreale dibattito nel Consiglio Comunale di Torino, con sindaco e maggioranza che si ostinano a negare l’occupazione dell’immobile e proseguono nella legalizzazione del centro sociale, storico covo dell’eversione

Carlo Santori 04/03/2025
La foto dello striscione di Askatasuna.jpg - {La foto dello striscione di Askatasuna.jpg} - [76418]

Sollecitato dal Gruppo della Lega, che ha presentato una richiesta di comunicazioni in Consiglio Comunale, il sindaco della Città di Torino Stefano Lo Russo ha preso ieri pomeriggio la parola in Sala Rossa per relazionare sul sopralluogo svolto dalla Commissione consiliare Controllo di Gestione lo scorso giovedì 27 febbraio.

Invece di scusarsi per l’umiliazione subita dai consiglieri eletti dai torinesi, minacciati e spintonati, e per le assurde modalità del sopralluogo, il primo cittadino ha invece parlato di un «fatto storico». In realtà, è stata una farsa, un fallimento della politica, o meglio della buona politica.

Il primo cittadino ha spiegato che lo scorso 27 febbraio alle ore 13.23 c’è stato un sopralluogo all’immobile di corso Regina Margherita 47 a Torino della Commissione Controllo di gestione, non in seduta pubblica. Erano presenti la vicesindaca Favaro, l’assessore Rosatelli e personale degli Uffici tecnici comunali. C’erano anche – ha spiegato – alcuni firmatari del Patto di collaborazione, che non hanno però preso parte alla seduta.

I consiglieri hanno avuto accesso solo al cortile dello stabile – ha precisato – perché l’immobile non è agibile e hanno potuto visionare i locali interni soltanto in video-collegamento, per motivi di sicurezza legati alle perizie tecniche della Città di Torino e della Procura della Repubblica sullo stato dell’edificio.

«Personalmente – ha dichiarato Lo Russo – credo sia stato un fatto storico: per la prima volta negli ultimi trent’anni dei consiglieri comunali sono entrati nel centro sociale Askatasuna, senza l’intervento della Forza pubblica, seppure con una modalità complessa».

«Considero sgradevole – ha detto – costringere i consiglieri a camminare su foto di personaggi politici e sgradevoli le contestazioni».

Ha quindi ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile il sopralluogo e ha confermato l’intenzione dell’Amministrazione di andare avanti. «Abbiamo messo – ha concluso – una pietra miliare nel processo: siamo sulla strada giusta».

Nel dibattito in Sala Rossa, Ferrante De Benedictis (Fratelli d’Italia) si è detto disgustato delle ‘forche caudine’ subite durante il sopralluogo e di avere accettato l’ingresso nello stabile solo per rispetto delle istituzioni.

Giuseppe Catizone (Lega) ha definito un fatto storico la messa a rischio dell’incolumità dei consiglieri durante il sopralluogo e ha ritenuto «sgradevole» il progetto della Giunta di legalizzare un luogo considerato un «covo dell’eversione torinese».

Domenico Garcea (Forza Italia) ha considerato un’umiliazione della politica torinese quanto accaduto durante il sopralluogo e ha ribadito la richiesta di sgombero immediato dello stabile.

Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ha ricordato le minacce e gli spintoni subiti dai consiglieri durante il sopralluogo e ha definito incomprensibile la presenza di una cinquantina di persone esterne in una Commissione secretata, chiusa al pubblico.

Pino Iannò (Torino Libero Pensiero) ha evidenziato come la Commissione fosse riservata solo ai consiglieri e ha invitato l’Amministrazione a occuparsi di Piano regolatore, buche e ambiente. Ha quindi detto che il sindaco è in difficoltà, dovendo fare i conti con i numeri della maggioranza.

Per Andrea Russi (M5S) «la questione Askatasuna è sfuggita di mano, visto che viene rivendicato come un successo un sopralluogo mai effettuato».

Secondo Fabrizio Ricca (Lega) «le istituzioni sono state umiliate: non si è riusciti a fare finta di avere il controllo del luogo». «Con gli occupanti – ha sostenuto – i consiglieri di maggioranza si chiamano per nome». Ha quindi annunciato la richiesta a ministri e assessori di tagliare fondi non essenziali alla Città finché quel luogo non sarà vuoto.

Per Enzo Liardo (Fratelli d’Italia) la prima condizione per proseguire il Patto di collaborazione era quella di avere l’immobile vuoto. I tecnici comunali – ha evidenziato – hanno parlato di instabilità dell’immobile e si chiede quindi come possano bastare 100 mila euro per la messa in sicurezza: «è una presa in giro» – ha dichiarato, sottolineando la confidenza degli occupanti con i consiglieri del Pd.

Silvio Viale, consigliere radicale di maggioranza, ha poi spiegato a Lo Russo come si gestisce uno stabile sgomberato: si staccano le utenze e si murano gli accessi. Cose che ovviamente Lo Russo non ha mai fatto…

Valentina Sganga (M5S) ha dato ironicamente la sua ‘solidarietà’ ai colleghi di centrodestra, che vengono ignorati dal Ministro Piantedosi quando chiedono di sgomberare Askatasuna. Ha quindi riconosciuto come «pacifica» e «legittima» la contestazione ai consiglieri comunali avvenuta durante il sopralluogo.

Simone Fissolo (Moderati) ha solidarizzato con i consiglieri insultati e attaccati durante il sopralluogo, come già dichiarato in Conferenza dei capigruppo, e in Sala Rossa ha solidarizzato con il sindaco, attaccato durante il dibattito. Ha quindi rinnovato la fiducia sul Patto di collaborazione.

Emanuele Busconi (Sinistra Ecologista) ha ricordato l’innovatività del progetto della Giunta e ha auspicato la sua prosecuzione.

Il capogruppo dem Claudio Cerrato ha ringraziato gli organizzatori a vario titolo del sopralluogo. Ha definito il percorso del Patto difficile e complicato, ma si è detto fiducioso per la sua prosecuzione.

Nella replica, il sindaco Stefano Lo Russo ha spiegato che, avendo fatto l’arbitro di calcio, ha meno permalosità e un livello di sensibilità diverso rispetto ad altri. Ha quindi ribadito il rapporto di piena e totale collaborazione istituzionale con chi tutela l’ordine pubblico. Infine, ha rimarcato che vanno sempre condannati i fenomeni di violenza e che tutti devono poter esprimere le proprie opinioni politiche in maniera non violenta.

Sul tema sono intervenuti anche i vertici torinesi di Forza Italia.

«Poniamo tre semplici domande come Forza Italia al sindaco di Torino. Anche di fronte a questa provocazione, il Comune di Torino continuerà il dialogo con Askatasuna e non disporrà lo sgombero? Abbiamo avuto consiglieri comunali sequestrati durante tutta la durata del sopralluogo perché non potevano più uscire dal cortile. Il sindaco di Torino continuerà a dichiarare, come fatto durante un’intervista, che difendere Askatasuna è difendere la libertà e la democrazia? E infine costringere dei cittadini a calpestare le facce di rappresentanti delle istituzioni repubblicane non configura il vilipendio alle istituzioni?». È quanto chiedono il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana, segretari Provinciale e Cittadino di Forza Italia Torino.

«Lo Russo e la sua maggioranza devono chiarire una volta per tutte ai torinesi per tutte da che parte stanno. Dalla parte delle istituzioni o da quella dei delinquenti?» – concludono i due dirigenti azzurri.

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