Parole durissime all’inaugurazione dell’Anno giudiziario al Tribunale di Torino. Per la procuratrice generale Lucia Musti il capoluogo piemontese è «triste protagonista» per le attività degli «anarco antagonisti», che dispongono della «pericolosa forza» di «attirare nell’ideologia giovani di minore età reclutati e istruiti» da impiegare nei cortei e di «entrare in condivisione con movimenti sani di cittadini che intendono manifestare pacificamente il proprio dissenso» (per esempio i No Tav). Torino è diventata così capitale della «eversione di piazza».
Per quel che riguarda l’andamento della criminalità in Piemonte «l’elemento che connota maggiormente il distretto, e che rende Torino ancora una volta ‘capitale’, è insito nella galassia dei centri sociali e degli anarco insurrezionalisti» – ha aggiunto Lucia Musti.
Musti si è poi soffermata sul ruolo del centro sociale Askatasuna richiamando le conclusioni di un’indagine della Digos – sfociata in un maxi processo ancora in corso in questi giorni – secondo cui «i militanti hanno conquistato l’egemonia a livello nazionale del circuito autonomia e contropotere, hanno assunto la regia della mobilitazione violenta in Valle di Susa (contro la Tav, ndr), hanno realizzato una struttura organizzativa complessa, hanno capacità di mobilitazione a livello nazionale».
Il magistrato ha anche parlato dei cortei durante i quali «si assaltano le caserme, la prefettura, gli uffici della Rai, le sedi universitarie», dei «lavoratori delle forze dell’ordine che tornano a casa con in tasca un referto per lesioni», delle manifestazioni dove «si bruciano bandiere degli Stati» e si «tende a demonizzare Israele».
«Mi chiedo – ha aggiunto Lucia Musti – quanti di questi ragazzi sappiano che ogni 27 gennaio si commemorano i Giorni della Memoria. E penso al minore che, in un corteo, ha fatto il segno delle tre dita a simboleggiare la P38. Sono gli anni di piombo, anni che non sa essere stati la ‘notte della Repubblica’».
Torino è una città segnata da «manifestazioni violente» che hanno provocato numerosi feriti tra le forze dell’ordine «cui va tutta la nostra solidarietà», e «se non si interviene in maniera determinata rischiamo un ritorno agli Anni di piombo». È quanto ha ribadito Enrico Aimi, intervenuto in rappresentanza del Csm. «Bene hanno fatto – ha aggiunto Aimi – la Presidenza del Consiglio e i Ministeri di Interno e Difesa a chiedere 6,8 milioni di euro di risarcimento agli imputati del processo al centro sociale torinese Askatasuna».
Infine, Enrico Aimi ha anche osservato che Torino «non è un caso isolato».
L’inaugurazione dell’Anno giudiziario ha visto un ‘flash mob’ di giudici e pubblici ministeri, raccolti in presidio davanti al cancello del Palazzo di Giustizia indossando la toga con una coccarda tricolore ed esponendo alcuni cartelli con una frase di Piero Calamandrei sullo spirito della Costituzione.
Si tratta di un’iniziativa, lanciata a livello nazionale dall’Anm, contro i progetti di riforma dell’ordinamento giudiziario. «Riteniamo – ha dichiarato Mario Bendoni, presidente della giunta piemontese dell’associazione – che possano mettere a rischio l’indipendenza della magistratura nel suo complesso e che, in particolare, indeboliscano la figura del pubblico ministero». Ai manifestanti si è unito il presidente del tribunale, Modestino Villani.
Durante la cerimonia, i giudici e i pm che hanno aderito alla protesta lanciata a livello nazionale dall’Anm hanno anche lasciato l’aula magna del Palazzo di Gustizia, nel momento dell’intervento di Maria Isabella Gandini, in rappresentanza del Ministero della Giustizia.