Questa mattina gli studenti del collettivo Einstein hanno occupato il liceo di Torino, dove lunedì erano scoppiate tensioni con le forze dell'ordine durante un volantinaggio di un gruppo di destra. Dopo essere entrati nell'edificio, hanno deciso di bloccare le lezioni.
Ci sono state alcune discussioni, anche con toni accesi, con alcuni docenti rimasti fuori e con il preside Marco Chiauzza. Da un balcone è stata esposta la bandiera palestinese e uno striscione con la scritta 'Einstein Antifa'. Poi, nel cortile, è iniziata un'assemblea plenaria. La protesta è nata dopo il parapiglia avvenuto davanti all'istituto e il fermo di un sedicenne, denunciato per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, episodio che aveva portato nel pomeriggio a un corteo e al lancio di uova contro una sede di Fratelli d'Italia in Barriera di Milano. Nell'occasione vennero danneggiati alcuni mezzi della polizia.
Tre gli agenti feriti la mattina di lunedì. «Riteniamo scandaloso e deludente il comportamento di una parte del corpo docenti e della dirigenza, che non è intervenuta per tutelare la sicurezza degli studenti in una situazione chiaramente pericolosa», dicono gli studenti.
«La scuola dovrebbe essere un luogo sicuro per l'insegnamento e l'istruzione, dove gli insegnanti dovrebbero avere il diritto e il dovere di tutelare la nostra sicurezza impedendo che si verifichino atti violenti come quello accaduto oggi - aggiungono -. Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare l'intera comunità scolastica sull'accaduto e riaffermare con forza i valori di democrazia, antifascismo e partecipazione».
«Occupare una scuola non è un atto di libertà, ma un gesto di prepotenza. Questi ragazzi politicizzati, che da giorni offendono le forze dell'ordine e attaccano sedi di partito, oggi negano ai loro compagni e ai docenti il diritto di entrare in classe e studiare». Lo ha affermato il vicepresidente della Regione Piemonte, commentando l'occupazione del liceo.
«Non è questa - ha aggiunto - la scuola del confronto, è la dittatura di una minoranza che calpesta le basilari regole e la democrazia.
La libertà non si conquista occupando le aule, ma rispettandole».