In vista della consultazione referendaria dell'8 e 9 giugno, Confartigianato Imprese Piemonte prende posizione sui cinque quesiti sottoposti al voto, esprimendo contrarietà ai primi quattro, che giudica dannosi per il tessuto produttivo artigiano e delle Pmi, e un'apertura condizionata sul quinto, relativo all'acquisizione della cittadinanza per minori stranieri nati o cresciuti in Italia.
Dopo un'attenta riflessione sui contenuti e sulle possibili conseguenze delle abrogazioni proposte, Confartigianato Piemonte sottolinea le criticità delle norme su Jobs Act, tutele per le piccole imprese, contratti a termine e appalti, evidenziando il rischio di aumentare la sfiducia nelle assunzioni, creare maggiore incertezza normativa e favorire fenomeni di lavoro irregolare. In particolare, l'associazione teme che l'abrogazione di norme che oggi garantiscono equilibrio e proporzionalità per le microimprese, come il tetto massimo alle indennità per i licenziamenti illegittimi, possa tradursi in minori opportunità occupazionali e in un freno alla crescita del comparto.
Sul quinto quesito, relativo al riconoscimento della cittadinanza ai minori stranieri (ius culturae), Confartigianato Piemonte invita a un approccio culturale e non ideologico, sottolineando l'importanza di un percorso di integrazione fondato sul rispetto delle regole e delle tradizioni locali.
«Le imprese artigiane - afferma l'associazione - sono un presidio produttivo e culturale del territorio e rappresentano un patrimonio che va preservato. La manodopera straniera qualificata è certamente un'opportunità, ma è imprescindibile che chi arriva in Italia ne condivida i valori e le regole, senza voler imporre modelli estranei al nostro Paese».