Rai Teche e Raiplay per il 25 Aprile lanciano 'Il palinsesto della storia - Il ricordo della Resistenza'

Grande protagonista è il ruolo del Piemonte nella liberazione italiana. Le puntate passano dall'Astigano al Cuneese, dal Biellese all'Alessandrino, dal Torinese al Vercellese

Elena Marchisio 24/04/2025
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Per l'ottantesimo Anniversario della Liberazione dal nazifascismo, Rai Teche presenta "La fabbrica e la risaia", online su RaiPlay da venerdì 25 aprile: è la prima di dieci puntate della serie "Il palinsesto della storia - Il ricordo della Resistenza", in onda nel 1985 in occasione del quarantesimo anniversario. Grande protagonista è il ruolo del Piemonte nella liberazione italiana.

Le puntate sono state realizzate dall'autore e regista televisivo Bruno Gambarotta e dall'allora direttore scientifico dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, Gianni Perona. Il programma si basa sulla forza del racconto dei protagonisti che ricostruiscono rigorosamente i diversi aspetti della Resistenza piemontese e conta su materiali di archivio cartaceo e fotografico. Come a seguire idealmente l'immagine della Resistenza che Calvino aveva dato nel romanzo "Il sentiero dei nidi di ragno", rappresentata dalla fusione di paesaggio e persone, la serie di Gambarotta è divisa in aree geografiche. La prima e la quinta puntata trattano di Biella, Vercelli e Cuneo. La seconda, la terza e la quarta trattano i resoconti delle zone montuose (Val Chisone, Val Sangone, Val di Susa, Val di Lanzo e Canavese). La sesta, settima e ottava puntata si concentrano invece sulla città, sulle storie dei contadini di Alba, Langhe, Monferrato, ASTIgiano e Alessandrino. La nona e la decima puntata, infine, sono dedicate a operai e Resistenza a Torino: i bombardamenti, gli scioperi, le fabbriche e la persecuzione degli ebrei. In particolare, "La fabbrica e la risaia" si concentra nell'area del biellese e del vercellese, prime zone operative della Resistenza in Piemonte. Le Prealpi a Nord e la serra coperta di boschi a ovest sono, dapprima, rifugi dei soldati sbandati poi basi per le prime bande partigiane che occupano i boschi lunghi i fiumi e la zona semideserta della Baraggia. Ne parlano gli allora partigiani dai nomi di battaglia come "Italo", "Massimo", "Ulcavo", "Mastrilli" e le donne rimaste sole a gestire le attività dei campi e delle fabbriche, ma il cui ruolo non fu meno importante: dalla partecipazione alle agitazioni nelle piazze alla pericolosa attività di "staffetta", dalla cura e dal rifocillamento di feriti e sbandati fino alla raccolta di armi, munizioni e indumenti. L'intera serie è stata realizzata grazie anche alla concessione di documenti e fotografie storiche provenienti dagli Istituti storici

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